Vacancy
id.
Regia
Nimrod Antal
Sceneggiatura
Mark L. Smith
Fotografia
Andrzej Sekula
Montaggio
Armen Minasian
Scenografia
Jon Gary Steele
Costumi
Maya Lieberman
Musica
Paul Haslinger
Produzione
Hal Lieberman Company
Interpreti
Kate Beckinsale, Luke Wilson, Frank Whaley, Ethan Embry,
Scott. G. Anderson, Mark Cassella, David Doty
Anno
2007
Genere
horror
Nazione
USA
Durata
88'
Distribuzione
Sony Pictures Releasing
Uscita
20-07-07

“Per cinque dollari in più, posso darvi la suite della luna di miele. Ha qualcosa che le altre stanze non hanno…”
Con questa ammiccante provocazione il direttore del fatiscente ed isolato Pinewood Motel accoglie la coppia sull’orlo di una crisi matrimoniale Amy e David Fox, minata dalla scomparsa prematura del giovane figlio.
Quel qualcosa in più che la stanza offre è un viaggio all’interno di un incubo senza fine, che se da una parte ha il potere catartico di ricomporre la coppia, altro che anni in psicoanalisi un bell’incubo ad occhi aperti ed il trauma viene cicatrizzato, dall’altro trasporta i due sfortunati protagonisti al centro della cronaca nera più inquietante.
Vacancy aveva tutte le carte in regola per soddisfare il palato poco sopraffino degli amanti del genere b-movie, ingredienti ad hoc per un viaggio rinfrescante all’interno della paura e dell’orrore in cerca di quei brividi che aiutano a sopravvivere nel caldo afoso. Un motel isolato che richiama, sin troppo (?) i ben più famosi di Psycho – vedi la reception - e Quel motel vicino alla palude; due attori accattivanti come la bella Kate Beckinsale ed il funzionale Luke Wilson; un’idea che se non eccelle per originalità poteva dare luogo a divertenti spunti e divagazioni narrative. Insomma gli ingredienti c’erano, mancava un abile cuoco che li cucinasse a dovere e servisse con professionalità artiginale.
Invece la scialba regia di Nimrod Antal (Kontroll, da riscoprire) finisce da una parte per prendersi troppo sul serio dall’altro si fa scivolare la non eccelsa materia narrativa dalle mani. Non lo aiuta di certo la sceneggiatura di Mark L. Smith che si prolunga troppo nell’incipit di apertura, sottolineando in maniera eccessiva lo stato emotivo e psicologico dei due protagonisti – si capisce subito, di cosa soffrono i due -, prosegue con una buona costruzione della suspence all’arrivo dei due nel motel, nel primo impatto con i suoi abitanti e con l’ambiente circostante. Buona la tensione sino alla scoperta da parte dei due protagonisti delle videocamere in stanza, ma da qui in avanti il film inizia a girare a vuoto su se stesso, ripercorrendo stanche modalità di inseguimenti e contro-inseguimenti, con il motore narrativo che si surriscalda in un’inutile accelerata con la marcia in folle.
Reiterazioni di situazioni non aiutano il film a decollare o imbroccare una strada risoluta: o la parodia a tutto tondo o il coraggio di andare sino in fondo all’eccesso serioso ed orrorifico. Stando in equilibrio precario sopra le due opzioni, il film finisce per sgonfiarsi su se stesso ed al povero spettatore non rimane che la sola consolazione di gustarsi la bella Kate Beckinsale in tutto il suo splendore. Da consigliare per una distratta serata in dvd. [fabio melandri]

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