Una voce nella notte
The Night Listener
Regia
Patrick Stettner
Sceneggiatura
Armistead Maupin, Terry
Anderson, Patrick Stettner
Fotografia
Lisa Rinzler
Montaggio
Andy Keir
Scenografia
Michael Shaw
Costumi
Marina Draghici
Musica
Peter Nashel
Produzione
Hart Sharp Entertainment, IFC Productions, Fortissimo Films
Interpreti
Robin Williams, Toni Collette, Bobby Cannavale, Sandra Oh, Rory Culkin
Anno
2006
Genere
thriller
Nazione
USA
Durata
86'
Distribuzione
Videa CDE,
Warner Bros
Uscita
12-01-07

Good Night America “Dagli studi della WNYH di New York City, in onda in tutto il paese per una speciale edizione dal vivo, è qui con voi Gabriel Noone e questo è Noone at Night. Come narratore, ho saccheggiato per anni la mia vita privata e l’ho messa nelle storie che vi raccontavo. Come una gazza ladra, ho sempre avuto la tendenza ad afferrare quello che luccica e a scartare il resto. Infatti, é sempre possibile alterare i fatti quando si racconta una storia ma questa volta, voglio fare attenzione. Vi esporrò gli eventi così come li ricordo. Voglio che crediate a questa storia; dopo tutto ritengo che sia abbastanza dura già così com’è.
Così la voce di Robin Williams, romanziere di successo in crisi per l’abbandono del suo compagno, ci introduce nelle pieghe di quella che con più asciuttezza nel racconto, poteva essere un ottimo script per una serie, fate voi la scelta, a caso tra Ai confini della realtà ed Alfred Hitchcock presenta.
Invece la pellicola del regista e sceneggiatore Patrick Stettner, considerato uno dei volti nuovi del cinema indipendente americano dopo il successo del suo precedente, ed invisibile in Italia, The Business Of Strangers, dopo un avvio interessante che ricorda atmosfere decadenti alla Il sesto senso, e la presenza di Toni Collette nel cast non aiuta ad allontanarsi da quell’idea iniziale, si appesantisce di inutili digressioni e di un finale che tarda troppo a lungo a chiudersi.
Tratto dall’omonimo romanzo di Armistead Maupin, il film si basa su un episodio realmente accaduto all’autore. Nel 1992 Maupin, l’osannato scrittore di San Francisco autore della popolare serie di romanzi I racconti di San Francisco, riceve un manoscritto opera di un quattordicenne che da bambino aveva subito incredibili maltrattamenti e che era stato salvato da un’assistente sociale che lo aveva incoraggiato a scrivere la sua storia per tentare di liberarsi dei suoi incubi. “Le sue memorie erano incredibili,” racconta Maupin. “Era come leggere Il diario di Anna Frank.” Maupin resta talmente colpito dalla storia di sopravvivenza di quel ragazzino che chiede all’editore di parlare con lui perché vuole fargli i complimenti e dirgli quanto ha apprezzato la sua opera. E così attraverso la madre adottiva stabilisce un rapporto telefonico che si trasforma in vera amicizia, con il ragazzino che vive a circa 6.000 chilometri di distanza da San Francisco, nella fattispecie a Union City, NJ.
Di più non racconteremo anche per non rovinare la visione della pellicola che si avvale di un finalmente misurato Robin Williams, che riscopre tonalità recitative soffuse ed articolate che ci riportano alla mente il suo film più compiuto e commuovente, L’attimo fuggente.
Resta ad ogni modo una pellicola di difficile catalogazione, che sembra accogliere in se tracce di un già visto ma raccontato con uno stile ipnotico ed avvolgente che grazie alle musiche di Peter Nashel ricorda lo stile “fargo” dei fratelli Cohen. [fabio melandri]



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