The Queen
id.
Regia
Stephen Frears
Sceneggiatura
Peter Morgan
Fotografia
Alfonso Beato
Montaggio
Lucia Zucchetti
Scenografia
Alan MacDonald
Costumi
Consolata Boyle
Musica
Alexandre Desplat
Produzione
Granada Screen
Interpreti
Helen Mirren, Michael Sheen, James Cromwell, Sylvia Syms,
Alex Jennings, Helen McCrory, Roger Allam, Tim McMullan
Anno
2006
Genere
drammatico
Nazione
UK, Francia, Italia
Durata
97'
Distribuzione
Bim Distribuzione
Uscita
15-09-06

La morte di Lady D. e le sue ripercussioni sulla famiglia reale. La reazione di Elisabetta II e il cordoglio pubblico. Un lutto indimenticabile e l’inizio del declino. Con una flebile luce di speranza all’orizzonte. Questo è più o meno quello che racconta The Queen, primo film che affronta dignitosamente e senza sbavature l’imperturbabile universo della famiglia reale messo a dura prova da un evento più disastroso di qualsiasi guerra mai combattuta.
La morte di uno dei personaggi pubblici più famosi della storia inglese, Lady D., il vero flagello della monarchia elisabettiana. Quando il 31 agosto del 1997 gli inglesi apprendono la notizia della morte della Principessa Diana, la Regina Elisabetta II si ritira tra le mura del castello di Balmoral con la sua famiglia, incapace di comprendere la reazione del popolo britannico alla tragedia. Per Tony Blair, appena eletto Primo Ministro, è necessario trovare un modo per riavvicinare la regina al suo popolo. Solo così la Corona si potrà salvare dalla disfatta.
Quando si parla di Regina viene in mente un mazzo di carte o la Regina d’Inghilterra. Nessuna come lei è capace di incarnare ancora oggi l’istituzione monarchica. Sbeffeggiata, detestata, adorata. E’ sempre lei l’emblema della regalità. Volenti o nolenti gli Inglesi sono quello che sono anche grazie alla loro Regina. E' un po’ come il Papa. Si pensa che non abbia potere ma in realtà ce l’ha e lo esercita pure. Un principio culturale prima ancora che politico cui noi Italiani non siamo abituati. Ma per gli Inglesi la monarchia ha un senso. Finché è viva Elisabetta non ci sarà mai una Repubblica in Gran Bretagna. Ma forse gli Inglesi la Repubblica non la vogliono proprio.
Tra finzione e immagini di repertorio, strizzatine d’occhio e frecciate al vetriolo, Frears delinea un ritratto sorprendente della Regina, una lady di ferro integerrima ma anche piena di fragilità. Incapace di versare una lacrima per la morte di Diana ma sensibile a tal punto da commuoversi di fronte alla morte di un cervo. Pronta a farsi in quattro per il suo popolo ma tanto miope da non comprenderne il dolore. Una donna d’altri tempi. Nata e cresciuta quando al governo c’era Churchill. Come si può pretendere da lei che da un giorno all’altro cancelli il passato e guardi al futuro rinnegando le proprie radici? Sarebbe come chiedere al Papa di promuovere il preservativo. Un’apertura non è impensabile ma necessita tempo. La Regina esiste anche in quanto rappresentante proprio di un sistema conservatore. Certo siamo nel 2006 e una regina illuminata è d’obbligo ma la luce di cui si parla non si accende a comando con l’interruttore. Diana è stata distrutta dalla monarchia ma a sua volta ha distrutto la monarchia. Tutto quello in cui Elisabetta credeva. C’è in atto tuttora uno scontro. Tra vecchio (Elisabetta) e nuovo (Blair) mondo. Uno scontro incruento e poco pericoloso. Ma necessario. Le due parti non sono avverse ma complici. Per il bene di un popolo che da sempre è legato alla sua regina. Che da sempre crede in lei. E mai la abbandonerà. [marco catola]