Sweeney Todd - Il Diabolico Barbiere di Fleet Street
Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street
Regia
Tim Burton
Sceneggiatura
John Logan, Stephen Sondheim
Fotografia
Dariusz Wolski
Montaggio
Chris Lebenzon
Scenografia
Dante Ferretti,
Francesca Lo Schiavo
Costumi
Colleen Atwood
Musica
Stephen Sondheim
Interpreti
Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Alan Rickman, Timothy Spall, Sacha Baron Cohen,
Jamie Campbell Bower, Laura Michelle Kelly, Jayne Wisener, Ed Sanders
Produzione
DreamWorks SKG, Film IT, Parkes/MacDonald Productions,
Warner Bros. Pictures, The Zanuck Company
Anno
2007
Nazione
USA, UK
Genere
musical - horror
Durata
117'
Distribuzione
Warner Bros
Uscita
22-02-2008
Giudizio
Media

La vendetta. Una vendetta senza redenzione, senza possibile soddisfacimento, senza fine. La vendetta, la violenza come condizione di vita, inesorabile turbinio molesto, privo di appiglio alcuno, privo di possibilità, di volontà di risalita.
Tim Burton torna a dipingere uno scenario cupo, umido, caustico, vagamente dickensiano, per raccontare una storia che si adatti, si plasmi al suo mondo, una storia macabra di sangue, morte e fetore, irreale, fantastica, ma verosimile fino al punto di generare un qual certo disagio nello spettatore.
La storia di Sweeney Todd è quella di un sanguinario Montecristo, strappato alla propria bella e alla propria figlia da un potente giudice malvagio, il giudice Turpin, e che, tornato da una lunga e ingiusta prigionia, cercherà in tutti i modi di vendicarsi. Lo farà insieme ad un’inaspettata complice, miss Nelle Lovitt, una locandiera che nasconde più cose di quel che appare.
Nemmeno i larghi finestroni dello studio da barbiere di Todd riescono a illuminare una scenografia (realizzata dall’italiano Dante Ferretti) che Burton volutamente sporca, oscura, soffoca. L’unica tonalità che si distingue tra il bianco cadaverico del volto di Johnny Depp e il nero più cupo dei camini di Londra è il rosso del sangue che schizza prepotente dalle gole recise del barbiere di Fleet Street.
Burton si destreggia nel campo che gli è più congeniale, quello dell’immaginifico, sporcando la propria narrazione con un tono denso, quasi horrorifico, avendo il coraggio di mettere sul piatto sequenze scomode, trasudanti di macabro e di violenza, che rischiano di essere indigeste al pubblico che solitamente segue le sue storie ai confini del favolistico.
La pellicola tuttavia non convince pienamente. Nonostante lo sforzo a livello visivo, lo script è fragile. Una tendenziale mancanza di patos e di immedesimazione contraddistingue il film, che si adagia sul proprio lato “maledetto”, mancando di sostanziale profondità. D’altro canto le musiche sono solide, orecchiabili, ma non memorabili, non rimangono in testa per più di qualche istante. E questo, per un musical in cui il cantato occupa il 90% delle battute complessive, non può non essere un problema.
Il mix così è quello di un film nulla più che discreto, buono, ottimo, per i fans accaniti del regista, ma sostanzialmente vuoto, privo di fascino, nonostante la realizzazione delle ambientazioni e la fotografia creino un’impalcatura visiva degna del miglior Burton.
[pietro salvatori]

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