Sopravvivere coi lupi
Survivre avec les Loups
Regia
Vera Bélmont
Sceneggiatura
Vera Bélmont
Fotografia
Pierre Cottereau
Montaggio
Martine Giordano
Scenografia
Anette Reuther
Costumi
Marie Flyckt
Musica
Emilie Simon
Interpreti
Mathilde Goffart, Yael Abecassis, Guy Bedos, Michéle Bernier, Benno Fürmann
Produzione
Stéphan Films, Saga Film (I), Motion Investment Group, Daniel Zuta Filmproduktion
Anno
2007
Nazione
Francia, Belgio, Germania
Genere
drammatico
Durata
120'
Distribuzione
Video - CDE
Uscita
30-04-2008
Giudizio
Media

Tratto da una storia vera…oppure no visto il recente outing dell’autrice Misha Defonseca a proposito dell’incredibile vicenda che la vide protagonista da adolescente quando, deportati i genitori ebrei in un campo di prigionia nazista, la piccola si mise sulle loro tracce attraversando mezza Europa in compagnia di un branco di lupi. Tanto incredibile infatti da rivelarsi una bufala. “E’ stato come se mi avesse tradito mio marito” ha rivelato in conferenza stampa la regista Vera Belmont. “Sono ebrea, di origini russo-polacca, sono nata in Francia ed ho sempre desiderato fare un film sull’Olocausto, ma non riuscivo a trovare il giusto taglio – continua la regista – Mi dicevo che raccontare ciò che tanti avevano già narrato, sarebbe risultato di scarso interesse. Parlare dell’Olocausto attraverso la storia di questa bambina, era certamente, per me, il modo migliore di farlo. Già durante la lettura del libro di Misha, alcune cose mi erano parse inverosimili. I cani, i lupi nel film sono l’elemento poetico inserito in un contesto che sebbene non fosse quello proprio della scrittrice protagonista, lo è stato di molte persone che hanno sofferto la fame in quel periodo. Per Misha invece è stato un modo di affrontare e superare il fatto che suo padre era stato catturato dai nazisti e sotto tortura avesse denunciato i suoi compagni.”
Misha, 8 anni, di ritorno da scuola si ritrova improvvisamente orfana. Con i genitori nelle mani dei nazisti, lei in quelle di persone sconosciute che sembrano interessarsi alla sua sorte in realtà sono profumatamente pagate per nasconderla. Ma il carattere di Misha è forte. Con l’aiuto di una semplice bussola intraprende un viaggio a piedi verso l’Ucraina, attraversando dal Belgio, la Germania prima e la Polonia poi. Per sopravvivere ruba cibo e vestiti, evita gli uomini e la loro violenza, si unisce ad un branco di lupi e ne diviene parte.
Il taglio è quello favolistico, che in passato si è rivelata la chiave più originale per raccontare “l’irraccontabile” dalla parte delle vittime come nel caso di Train de vie di Radu Mihaileanu o La vita è bella di Roberto Benigni. Segnali in questi senso ce ne sono e diversi da Cappuccetto Rosso a Pollicino fino ad arrivare a Mogli – Il libro della giungla. La resa è però incerta. La struttura narrativa del film, lo svolgersi degli eventi ed i suoi luoghi sono incerti e confusi. Il clima emotivo del film è freddo, asettico, troppo uniforme, privo di picchi come di momenti di piana, il che impedisce l’immedesimazione verso personaggi e vicende. Se voleva essere un film di pura fiction e non documentario manca una struttura narrativa forte ed omogenea, se voleva essere una fiaba moderna manca la magia e la poesia che dovrebbe contraddistinguerla. La Natura è sin troppo madre e poco matrigna come invece ci ha ben mostrato Sean Penn nel suo Into the Wild, e la rappresentazione del lupo - “l’uomo animale fa la guerra, l’animale-lupo uccide per mangiare”- e sin troppo da documentario del Nation Geographic o se volete da due-calzini alla Balla con i lupi. Straordinaria la piccola protagonista Mathilde Goffart al suo debutto sullo schermo e portatrice, lei si, di un elevato grado di verità e partecipazione. [fabio melandri]