La seconda volta non si scorda mai
id.
Regia
Francesco Ranieri Martinotti
Sceneggiatura
Francesco Albanese, Francesco Ranieri Martinotti, Alessandro Siani
Fotografia
Mario Amura
Montaggio
Mauro Menicocci
Scenografia
Mario Pettinari
Costumi
Anna Facchino
Musica
Pino Daniele
Interpreti
Alessandro Siani, Elisabetta Canalis, Francesco Albanese, Miriam Candurro,
Marco Messeri, Enzo De Caro, Fiorenza Marchegiani, Clara Bindi, Paolo Ruffini, Nicolò Senni
Produzione
Lunarossa Cinematografica, Mikado Film
Anno
2008
Nazione
Italia
Genere
commedia
Durata
100'
Distribuzione
Mikado Film
Uscita
11-04-2008
Giudizio
Media

Un bel giorno Giulio, giovane agente immobiliare di successo, rivede Ilaria, la sorella di un suo ex compagno di scuola, che visita un appartamento assieme ad un uomo molto più grande di lei: i due si stanno per sposare. Giulio è letteralmente folgorato dalla bellezza di Ilaria e il fatto che si stia per sposare proprio non gli va giù. Mentre siede alla sua scrivania, Giulio riceve una mail da Ilaria che lo invita a casa sua: convinto che la ragazza abbia un interesse per lui, si precipita all’appuntamento e in effetti tra i due scoppia la passione. Ma nella dominante confusione dei sentimenti che coinvolge tutti, Giulio proprio non ci si ritrova e per riprendersi dalla scoperta che suo padre ha una giovane amante russa e sua madre si è invaghita di un suo allievo, non sarà sufficiente neanche sapere che Ilaria è perdutamente innamorata di lui ed è disposta a rinunciare alle certezze del matrimonio…
Opera seconda di Alessandro Siani, comico napoletano sulle orme di Troisi, capace di riempire da solo il San Paolo di Napoli ed entrato da poco nella factory natalizia di De Laurentiis, Natale a Miami, sul set del quale ha incontrato Elisabetta Canalis, sua partner in La seconda volta non si scorda mai. Opera seconda dopo Ti lascio perchè ti amo troppo, grande successo in campania dove è uscito, è il tentativo di uscire dai vicoli regionali per tentare la conquista dell 'intera penisola con il contributo di Mikado che co-produce e di un regista
Francesco Ranieri Martinotti a cui Siani, autore anche della sceneggiatura ed impeganto in campo produttivo, lascia il compito di stare dietro la macchina da presa.
"Oggi, contrariamente a quanto avveniva un tempo, i comici si dirigono da soli. - racconta il Martinotti - Questo sicuramente li garantisce sul controllo totale del proprio lavoro, ma comporta anche una serie di innegabili inconvenienti: la mancanza della necessaria oggettività nei confronti di se stessi attori, un’ eccessiva dose di autocompiacimento che spesso conduce fuori registro la recitazione e l’inevitabile egemonia dei collaboratori “tecnici”, direttore della fotografia in testa, che finiscono per prevalere sulla visione generale del film. Alessandro Siani, fino a questo momento, ha capito invece la necessità del rapporto dialettico tra l’attore comico, che non si limita a produrre risate, e il regista. Sulla base di tale dialettica, dopo Ti lascio perché ti amo troppo che ottenne un buon successo, prosegue la nostra collaborazione. Come il timoniere di un’equipe di canottaggio, che ha a disposizione un ottimo capovoga, ho diretto Alessandro Siani valorizzando la sua comicità, ma anche le sue doti di attore. Siani ha un’eccezionale capacità di recepire e interpretare gli aspetti della realtà, che lo circonda (che non è solo napoletana). E’ un catalizzatore della commedia umana in grado di assorbire tic, atteggiamenti, linguaggi della più svariata umanità e metterli immediatamente a disposizione del regista attraverso uno stile incisivo e personale. Dalla prima esperienza cinematografica fatta insieme, Siani ha colmato totalmente il fossato che divide il cinema dalla comicità da palcoscenico, grazie alla quale si è formato."
Nonostante questo, il film vive di episodi, di peronsaggi presentati nelle vesti tipiche della commedia napoletana, leggi macchiette prive di spessore e psicologia, guitti ottimi a teatro che però fanno a botte con la leggerezza ed equilibrio recitativo che il grande schermo richiede. Siani è una via di mezzo tra un Pieraccioni napoletano ed un giovane Troisi mentre la Canalis, al suo primo vero ruolo da protagonista, è tanto bella quanto recitativamente algida ed acerba. [fabio melandri]