Scusa ma ti chiamo amore
id.
Regia
Federico Moccia
Sceneggiatura
Federico Moccia, Chiara Barzini, Luca Infascelli
Fotografia
Marcello Montarsi
Montaggio
Patrizio Marone
Scenografia
Maurizio Marchitelli
Costumi
Grazia Materia
Musica
Claudio Guidetti
Interpreti
Raoul Bova, Michela Quattrociocche, Francesco Apolloni, Veronika Logan, Pino Quartullo,
Riccardo Rossi, Davide Rossi, Luca Ward, Beatrice Valente Covino, Michelle Carpente,
Francesca Ferrazzo, Cecilia Dazzi, Rossella Infanti, Cristiano Lucarelli
Produzione
New Fair Film, Medusa Film
Anno
2008
Nazione
Italia
Genere
commedia
Durata
110'
Distribuzione
Medusa Film
Uscita
25-01-2008
Giudizio
Media

Niki (Michela Quattrociocche) è una bella ragazza, divertente, intelligente, allegra, spiritosa. Ha 17 anni ed insieme alle sue amiche, le ONDE, frequenta l’ultimo anno di liceo. Alex (Raoul Bova) è un “ragazzo” di quasi trentasette anni. Lasciato da poco e senza un vero perché dalla sua fidanzata storica, è un pubblicitario di successo alle prese con una impegnativa campagna da cui dipenderà il suo futuro professionale.
Venti anni di età li separano, ma basta il caso o meglio un incidente stradale per farli incontrare e dopo le prime diffidenze da parte di lui, innamorare.
Federico Moccia, autore televisivo, scrittore e sceneggiatore, passa alla regia cinematografica con la trasposizione del suo terzo romanzo Scusa se ti chiamo amore, dopo Tre metri sopra il cielo e Ho voglia di te. “Una realtà diversa che appartiene alla stessa storia – racconta il neo-regista - E' stato difficile e faticoso girare il film ma bellissimo. Vedere le pagine del romanzo che improvvisamente prendevano corpo sulla pellicola è stata una sensazione unica. Ho immaginato i lettori che avrebbero rivisto quella storia romantica sbocciata tra le pagine di Scusa ma ti chiamo amore nella nuova realtà cinematografica, nel ritrovare quelle parole nella forza interpretativa di Raoul e Michela. E tutto questo mi ha emozionato. La fine di ogni scena poi era una soddisfazione unica. Mi è piaciuto poter scegliere la luce e l'atmosfera da dare ad ogni pagina che ho scelto di raccontare di nuovo ma sul grande schermo. Quando poi vedi il film finito è un attimo. Vedi scorrere davanti a te quelle notti passate a scrivere, ma hanno un'altra luce, altre musiche altri sapori…”
Perfetto prodotto per la Moccia Generation, quindicenni che leggono Cioè, fanno la vasca il sabato pomeriggio su Via del Corso a Roma e guardano gli Amici di Maria de Filippi in televisione, Scusa ma ti chiamo amore brilla per la sua confezione patinata, le psicologie superficiali e da macchietta dei personaggi, gli ambienti familiari e lavorativi stereotipati, le musiche alla moda in cui emergono i giovanilistici Zero Assoluto e Sugarfree, attori più belli che bravi in cui la debuttante Michela Quattrociocche – un tipetto che buca lo schermo – surclassa un Raoul Bova tornato ai livelli del suo debutto sul grande schermo (Questo Piccolo Grande Amore) per presenza e recitazione da fotoromanzo.
La stessa regia di Moccia vira alla semplicità più estrema, quasi banale, basata sulla giustapposizione di scenette slegate tra loro e condite di “dotte” citazione gettate li un po’ a caso un po’ a casaccio, del tipo: “amore è breve, dimenticare e lungo” (Neruda); “chiunque abbia amato, porta una cicatrice” (De Musset); “il dolore è proporzionale all’amore che si è vissuto” (Moccia).
Si segnala l’assenza di una struttura narrativa solida, coesa ed avvolgente. Certo di avvolgente ci sono i jeans di una nota marca di abbigliamento, che fanno la loro bella figura in una tendenza al product placement che sul mercato italiano sta assumendo un dimensione alquanto imbarazzante.
Il film segna, perla delle perle, il ritorno di Rita Rusic nel mondo della produzione cinematografica, dopo i magri risultati ottenuti dalla stessa in veste di cantante. “Il film nasce dalla mia collaborazione con Vittorio Cecchi Gori, detentore dei diritti del libro Scusa ma ti chiamo amore, il best seller scritto da Federico Moccia, il suo terzo romanzo dopo Tre metri sopra il cielo e Ho voglia di te. Avevo lavorato con Federico più di vent’anni fa sul set del film Attila flagello di Dio, lui assistente alla regia del padre, il grande regista di moltissimi successi, Pipolo, ed io la protagonista femminile. Scusa ma ti chiamo amore è un film per tutti. Giovani e non. Accontenta chi ama le storie d’amore, ma soddisfa anche chi, come me, ama la commedia.”
Non dubitiamo del successo commerciale di questa operina, ma se pensate di ritrovare la profondità, l’arguzia, la cattiveria di Nabokov e la sua Lolita, ragazzi primo non avete mai letto un libro di Moccia Federico, secondo non avete mai letto Lolita…
[fabio melandri]