Savage Grace
id.
Regia
Tom Kalin
Sceneggiatura
Howard A. Rodman
Fotografia
Juan Miguel Azpiroz
Montaggio
Tom Kalin, John F. Lyons,
Enara Goiocoetxea
Scenografia
Deborah Chambers
Costumi
Gabriela Salaverri
Musica
Fernando Vélasquez
Interpreti
Julianne Moore, Stephen Dillane, Eddie Redmayne, Elena Anaya,
Unax Ugalde, Belén Rueda, Hugh Dancy
Produzione
Contraluz Films, ATO Pictures, Killer Films, Montfort Producciones, Celluloid Dreams Productions
Anno
2007
Nazione
USA, Francia, Spagna
Genere
drammatico
Durata
97'
Distribuzione
BiM Distribuzione
Uscita
20-06-2008
Giudizio
Media

“Io ero il vapore che si forma quando il caldo incontra il gelo.” Così si definisce Tony, figlio di Barbara (il calore) e Brooks (il gelo) Baekeland, erede dell’impero fondato da Leo, mitico inventore della bakelite. Un rapporto gelido ed assente con il padre, sin troppo caloroso ai limiti dell’incesto con la madre, Tony è la metafora della scintillante vita dei Baekeland, tra ambizioni sociali ed una repentina e tragica caduta tra New York, Parigi, Cadaqués, Maiorca e Londra, culminata con l’assassinio di Barbara ad opera di Tony nel 1972.
“Sono rimasto colpito dalla straordinaria verità del nucleo della storia dei Baekeland, ma ancora di più dagli echi da tragedia classica. Mi hanno affascinato la malinconica bellezza della vicenda, il conflitto fra eleganza e violenza. – racconta il regista Tom Kalin, i cui video fanno parte delle collezioni permanenti di musei come il Centre Pompidou di Parigi ed il Museum of Modern Art di New York - Ma il terribile epilogo del film, la morte di Barbara, è solo una parte della sua storia. L’originalità del suo personaggio tipicamente americano (una self-made woman degli anni ’40, con l’istinto e l’audacia di un giocatore d’azzardo) e la sua brillante ascesa e devastante caduta contenevano, secondo me, tutti gli elementi di un dramma appassionante. Ma soprattutto, sono stato attratto da questi due personaggi profondamente fragili e imperfetti, per i quali provo in fondo uno strano senso di lealtà e empatia. (“Non giudicare se non vuoi annoiare il pubblico” - diceva Orson Welles). La tragedia, com’è ovvio, è una delle tante inevitabili vicende umane. Parafrasando una recensione del libro ‘Savage Grace’, quella dei Baekeland è “la storia del fallimento profondo dei più elementari doveri dell’amore”.
Tratto dal libro omonimo di Natalie Robins e Steven ML Aronson, costruito secondo capitoli chiusi in se stessi tendenti a riassumere i momenti cruciali della vita della famiglia Baekeland, mattoncini esemplificativi non di come si costruisce un mito ma di come lo si decostruisce indagando, con un’eleganza di stile che rende freddo ed asettico il racconto, nei gangli tumorali psicologici che lo consumano inesorabilmente.
[fabio melandri]