Persepolis
id.
Regia
Marjane Satrapi,
Vincent Paronnaud
Sceneggiatura
Marjane Satrapi,
Vincent Paronnaud
Direzione artistica
Marc Jousset
Montaggio
Stéphane Roche
Animazione
Christian Desmares, Thierry Peres
Costumi
Mary Zophres
Musica
Olivier Bernet
Voci italiane
Sergio Castellitto, Paola Cortellesi, Licia Maglietta
Produzione
2.4.7. FILMS, france 3 cinema, the kennedy / marshall company, france connection animations
diaphana distribution, celluloid dreams – sony picture classics, les sofica europacorp et soficinema,
centre national de la cinematographie
Anno
2007
Nazione
Francia
Genere
animazione
Durata
95'
Distribuzione
Bim Distribuzione
Uscita
22-02-2008
Giudizio
Media

Persepolis è il racconto intenso e avvincente della maturazione di una ragazzina in Iran, durante la rivoluzione islamica. E’ attraverso gli occhi di una bambina di nove anni, la precoce ed estroversa Marjane, che vediamo distrutte le speranze di un popolo quando i fondamentalisti prendono il potere, imponendo il velo alle donne e imprigionando migliaia di oppositori. Intelligente e impavida, la piccola Marjane aggira il controllo sociale dei “tutori dell’ordine” scoprendo il punk, gli ABBA e gli Iron Maiden. Ma dopo l’insensata esecuzione di suo zio, e sotto i bombardamenti della guerra Iraq/Iran, la paura diventa una realtà quotidiana con cui fare i conti.
Crescendo, Marjane si fa sempre più temeraria, e i genitori temono per la sua sicurezza. Così, quando compie 14 anni, decidono di mandarla a studiare in Austria. Vulnerabile e sola in un paese lontano, Marjane si trova ad affrontare i problemi dell’adolescenza. Nel frattempo, deve anche combattere i pregiudizi di chi la identifica proprio con quel fondamentalismo religioso e quell’estremismo che l’hanno costretta a fuggire. Col tempo, riesce a farsi accettare e incontra perfino l’amore, ma dopo il liceo si ritrova da sola e con una gran nostalgia di casa.
Benché questo significhi mettersi il velo e vivere sotto una dittatura, Marjane decide di tornare in Iran per stare con la sua famiglia. Dopo un difficile periodo di adattamento, entra in un Istituto d’arte e poi si sposa, senza mai smettere di denunciare le ipocrisie di cui è testimone. A 24 anni, però, pur sentendosi profondamente iraniana, capisce di non poter più vivere in Iran. E’ così che prende la drammatica decisione di lasciare il proprio paese per la Francia – piena di speranze per il proprio futuro, ma segnata in modo indelebile dal proprio passato.

Candidato agli Oscar come miglior film d’animazione, con alle spalle una standing ovation durata quindici minuti a Cannes e il premio della giuria, il lungometraggio tratto dall’omonimo romanzo a fumetti di Marjane Satrapi, realizzato con la collaborazione di Vincent Paronnaud, uno dei maggiori fumettisti della cultura underground transalpina, è poesia trasformata in immagine.
Sullo schermo seguiamo la vita della piccola Marjane, partendo dai suoi otto anni a Teheran – siamo nel 1978 –, passando per l’adolescenza per giungere alla maturità. I suoi genitori, moderni e colti, la spingono a seguire i movimenti che porteranno alla rivoluzione e alla caduta del regime. Dopo qualche tempo, vista la tendenza da ribelle –aggirando il controllo sociale dei “tutori dell’ordine” scopre il punk, gli ABBA e gli Iron Maiden – viene mandata dai parenti in Austria, per proseguire gli studi, lontano dalle repressioni politiche. In terra straniera Marjane conosce l’amore, la delusione, la diversità, la malattia e la povertà. L’esperienza all’estero le serve per decidere di voler tornare in Iran per stare con la famiglia, nonostante sia consapevole delle ristrettezze socio culturali a cui va incontro: significherà mettersi il velo, sposarsi per poter passeggiare mano nella mano con il fidanzato e vivere sotto una dittatura.
Utilizzando il bianco e nero (a parte due scene a colori, funzionali alla storia), tratto che contraddistingue lo stile proprio della Satrapi, lo spettatore si immedesima nella vicenda, ci si immerge e scopre i segreti di una società lontana, seppur identica nelle piccole necessità quotidiane. Può essere la voglia di fare una festa, senza immaginare che si concluderà in tragedia, oppure il brivido di togliere il velo in macchina, per trasgredire alla legge: ogni restrizione implica la voglia di ribellarsi e vivere. La stessa autrice ha sottolineato come la vicenda “potrebbe essere ambientata in Cina, Israele, Cile o Corea, perché è una storia universale”. Il vero messaggio del suo lavoro è la similitudine che esiste tra gli uomini. La trama segue il tracciato della vicenda del fumetto.
Quattro volumi tradotti in 95 minuti di poesia, al cui interno vivono 600 diversi personaggi. “Li ho disegnati tutti io – ricorda la Satrapi - , di fronte e di profilo. Poi disegnatori e animatori li hanno disegnati da tutte le angolazioni, sviluppando espressioni facciali e movimenti. Per aiutarli, mi sono fatta riprendere mentre recitavo le scene. E’ stata la chiave per mantenere intatta l’emozione, e per trovare il giusto equilibrio tra sobrietà e fantasia”. Uno dei momenti maggiormente esilaranti è forse quello della ritorno alla vita di Marjane: “Ho avuto anche il compito ingrato di coreografare la scena di “Eye of the Tiger”, il brano tratto dal film Rocky”. La versione italiana è doppiata da Paola Cortellesi, Licia Maglietta e Sergio Castellitto, mentre in francese le voci sono di Chiara Mastroianni, Catherine Deneuve e Danielle Darrieux (La traccia audio inglese dovrebbe prevede le voci di Sean Penn, Iggy Pop e Gena Rowlands). Su tutti i personaggi svetta quello della nonna, simbolo di schiettezza, amore e consapevolezza della propria identità. È poi questa la regola di vita che ripete a Marjane: sii te stessa. [valentina venturi]