Nuit de chien
id.
Regia
Werner Schroeter
Sceneggiatura
Gilles Taurand, Werner Schroeter
Fotografia
Thomas Plenert
Montaggio
Julia Gregory, Bilbo Calvez,
Peter Przygodda
Scenografia
Albert Basacq
Costumi
Isabel Branco
Musica
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Interpreti
Pascal Greggory, Bruno Todeschini, Eric Caravaca,
Jean-François Stévenin, Amira Casar, Bulle Ogier
Produzione
Alfama Film Production, Filmgalerie 451, Clap filmes
Anno
2008
Nazione
Francia, Germania, Portogallo
Genere
drammatico
Durata
110'
Distribuzione
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Uscita
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Giudizio
Media
| sito italiano |

Tratto dall'omonimo romanzo del 1943 di Juan Carlos Onetti, Nuit de chen riprende le tematiche esistenziali (fatalità del mondo, malinconia del genere umano) dello scrittore uruguayano ma secondo le regole espressive ed interpretative del mezzo cinematografico e senza filtrarle attraverso l'esperienza della guerra vera (Onetti si era ispirato ad un episodio della guerra in Spagna).
Preoccupandosi di non definire né il luogo né il tempo in cui ambientare l'azione Schroeter si avventura nella dimensione simbolica della parabola. O almeno così sembrerebbe dal coacervo di personaggi al limite del surreale che fanno la loro comparsa all'interno di un teatro-bordello che mette in scena ambigui scorci di annichilimento e perversione.
Dal travestito che vaga misteriosamente senza soluzione di continuità tra una stanza all'altra al sadico capo della polizia segreta che tortura giovani prostitute per costringerle a confessare segreti che non conoscono ai marchettari d'alto bordo che nascondono inaspettati ideali rivoluzionari a procaci bambine che sembrano promettere insane prestazioni di piacere. Il tutto in un'atmosfera apocalittica e delirante che non permette identificazione ma nemmeno una minima partecipazione.
La mancanza di ragionevolezza annienta ogni possibilità di empatia. Tutto sullo sfondo brucia. Chi muore, chi scappa. Tra vaneggiamenti inconcludenti e simbolismi incomprensibili. Eppure lo sceneggiatore, Gilles Taurand, è quello di Nettoyage à sec, in concorso nel 1997 al Festival di Venezia, e Schroeter è quello che negli anni Settanta per il suo stile anticonvenzionale era considerato il maestro del rinnovamento tedesco...
[marco catola]

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