Monster House
id.
Regia
Gil Kenan
Sceneggiatura
Dan Harmon, Rob Schrab, Pamela Pettler
Fotografia
Xavier Perez Grobet
Montaggio
Adam P. Scott,
Fabienne Rawley
Scenografia
Ed Verreaux
Costumi
Ruth Meyers
Musica
Douglas Pipes
Produzione
ImageMovers,
Amblin Production
Interpreti
Steve Buscemi, Nick Cannon, Maggie Gyllenhaal, Kathleen Turner
Anno
2006
Genere
animazione
Nazione
USA
Durata
90'
Distribuzione
Sony Pictures Releasing
Uscita
13-10-06

State lontani da quell’ultima casa a sinistra. Rimanete a distanza e non aprite quella porta. Osservate nella notte quella casa dalle finestre che ridono.
Monster House è il secondo cartone animato realizzato con la tecnica della Motion Capture sperimentata per la prima volta con Polar Express di Robert Zemeckis, qui in veste di produttore esecutivo insieme all’amico Steven Spielberg. La tecnica si è maggiormente raffinata ed i risultati talmente straordinari che le gesta cartonate degli attori - da Steve Buscemi a Maggie Gyllenhaal e Kathleen Turner, che non solo hanno donato loro voce ma anche movenze, espressioni e posture - hanno raggiunto una verosimiglianza del tutto simile a quella di un opera live.
“C’è qualcosa di malvagio nella casa di fronte.” Ne sono convinti il dodicenne DJ ed il suo amico Chowder. In quell’edificio fatiscente abitato dal vecchio Neebercracker, continua a sparire di tutto: palloni, tricicli, aquiloni, giocattoli, animali e… bambini. Fine che per poco non tocca alla piccola Jenny, letteralmente strappata dalle fauci della casa da parte dei due giovani protagonisti. Ma con Halloween alle porte ed una schiera di bambini succulenti che al grido “Dolcetto o scherzetto?” si avvicinano alle sue prossimità, c’è poco da stare allegri. E siccome il mondo adulto rimane sordo ai loro segnali di attenzione, decidono di affrontare di persona la cosa, cioè... la casa.
Monster House è da una parte un divertente omaggio al cinema horror con i suoi snodi narrativi canonici e figure stereotipate; dall’altra è un viaggio nel cinema di Zemeckis e Spielberg con numerosi omaggi e riferimenti alla loro cinematografia.
Il film si apre con una foglia che spinta dal vento svolazza come la piuma di Forrest Gump in maniera irregolare sui prati e sobborghi di una tipica cittadina di provincia americana, andando ad incastrarsi tra le ruote di un triciclo guidato da una bambina in cui è facile rivedere il piccolo Elliot di E.T.. E potremmo procedere oltre a lungo.
La casa protagonista sembra uscita dai fotogrammi di Psyco di Alfred Hitchcock e quando questa inizia a prendere vita sembra essere stata costruita con il legname proveniente dal bosco maledetto di La casa di Sam Raimi.
Il regista debuttante Gil Kenan aveva già affrontato il tema della casa maledetta nel cortometraggio di animazione The Lark, in cui si creava una relazione emotiva tra una persona ed il suo elemento ambientale. La sua visione da parte di Zemeckis, gli ha permesso di cimentarsi con un’opera così complessa ed innovativa. Un connubio di riprese tradizionali e grafica computerizzata volte a divertire ma soprattutto spaventare le platee di mezzo mondo. Si perché al contrario di molti altri film d’animazione Monster House ha almeno un paio di scene cruente e visivamente molto forti, mentre l’antropromorfismo della casa sarà destinata a rimanere per diverso tempo negli incubi degli spettatori più sensibili.
Avvincente per gran parte del suo svolgimento, ovvero sino a quando l'azione si svolge fuori la casa, meno quando questa si sposta al suo interno, con un finale che tarda troppo a venire e dal sapore sin troppo zuccheroso rispetto alle premesse.
Ma nonostante la perizia tecnica ed almeno un paio di sequenze degne del miglior horror movie adulto, il film rimane un prodotto per adolescenti, magari accompagnati, con tutte le carte in regole per elevarsi sopra la media di quell’infinita produzione media che da cartoonia si sta riversando sugli schermi e nei festival di mezzo mondo. [fabio melandri]



| sito | trailer americano | trailer italiano |