Lower City
Citade Baixa
Regia
Sèrgio Machado
Sceneggiatura
Sèrgio Machado, Karim Ainouz
Fotografia
Toca Seabra
Montaggio
Isabela Monteiro de Castro
Scenografia
Marcos Pedroso
Costumi
Cristina Camargo, André Simonetti
Musica
Carlinhos Brown, Beto Villares
Interpreti

Wagner Moura, Alice Braga, José Dumont

Produzione
Walter Salles, Maurício Andrade Ramos
Anno
2005
Nazione
Brasile
Genere
drammatico
Durata
100'
Distribuzione
Iguana Film
Uscita
04-07-2008
Giudizio
Media

Il cinema brasiliano negli ultimi dieci anni ha portato alla luce molti talenti che hanno avuto la capacità di raccontare questa terra con un occhio particolare. Questa è la volta di Sèrgio Machado, aiuto regista di Walter Salles per I diari della motocicletta, che esordisce alla regia con Lower City, prodotto dallo stesso Salles. Si tratta della storia di un triangolo sentimentale tra una prostituta, Karinna (Alice Braga) in viaggio per Salvator e due amici e soci che le danno un passaggio sulla loro barca fino in città. Il tutto ambientato nei bassifondi delle città brasiliane. Una relazione appassionata che metterà alla prova l’amicizia tra Naldinho (Wagner Maura) e Sergipano (Josè Dumont).
Machado riesce a portare lo spettatore nella realtà dell’ambientazione già nelle prime scene con molta efficacia. Presenta un Brasile povero, di gente che tira a campare, ma sena mostrare la vera miseria. La condizione sociale dei personaggi, l’ambiente, sono la cornice del triangolo amoroso, vero centro della vicenda. La scelta del regista di raccontare tutto con macchina a mano riprende lo stile del suo “maestro”, Salles, e lo si può notare anche nel modo in cui ne fa uso. In ogni inquadratura riesce sempre a mantenere una certa eleganza formale stando comunque addosso ai protagonisti, ai gesti. Un racconto a tinte caldi, rese vive anche dalla edulcorata fotografia di Toca Seabra, che ci restituisce i colori pulsanti del Brasile e delle strade notturne di Salvator senza farne una cartolina.
Lo sviluppo della vicenda amorosa procede incalzante fino a metà film. Ma dal secondo tempo la narrazione perde di compattezza, diventa ripetitiva. Questo forse è l’unico difetto concreto della pellicola.
Impossibile non ritrovare un riferimento se pur superficiale a Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti. Embelmatica la scena del combattimento di galli che preannuncia il finale del film e che sintetizza l’intero racconto.
L’universo che attraverso la vicenda narrata il regista cerca di mettere in scena, riuscendoci in parte, è tutto presente in quella piccola arena dove due galli si massacrano senza motivo, per il volere di chi sta sopre di loro. [andrea pirrello]