Le verità negate
Irresistible
Regia
Ann Turner
Sceneggiatura
Ann Turner
Fotografia
Martin McGrath
Montaggio
Ken Sallows
Scenografia
Kim Buddee
Costumi
Angus Strathie
Musica
David Hirschfelder
Produzione
Cascade Films, Take Partnership, Baker Street, Kennedy Mellor
Interpreti
Susan Sarandon, Sam Neill, Emily Blunt,
Bud Tingwell, William McInnies, Georgie Parker
Anno
2005
Genere
thriller
Nazione
Australia
Durata
102'
Distribuzione
Buena Vista
Uscita
11-05-07

“Un thriller psicologico il cui tema è l’attraente e irreversibile potere del passato, dei segreti, dell’amore e delle bugie, i quali vengono a galla esigendo la dovuta attenzione. Ho voluto esaminare il modo in cui un’azione, a lungo repressa, compiuta dal personaggio principale Sophie (Susan Sarandon) ritorna, intaccando il suo stato psicologico e come l’istinto che Sophie ha di proteggere la sua famiglia, da un lato, ed affrontare l’ indimenticabile perdita della madre , dall’altro, si vanno a scontrare. Ispirandomi a Rosemary’s Baby di Polansky, ero curiosa di far compiere a Sophie un viaggio attraverso la paranoia e di giocare con al sua insicurezza, in un ambiente domestico molto normale e almeno all’apparenza affascinante.”
Così la sceneggiatrice/regista Ann Turner ci introduce tra le righe di Le verità negate, che segna il suo ritorno al cinema dopo il fulminante esordio nel 1989 con Celia che la portò a vincere il Festival di Berlino ed il successivo ed inedito in Italia Turtle Beach ispirato all’omonimo romanzo di Blanche D’Alpuget.
Ma nonostante le buone intenzioni ed un cast sulla carta pesante con Susan Sarandon ed il redivivo, ma visti i risultati dovremmo dire citando gli acchiappafantasmi di Ivan Reitman, redimorto Sam Neill, la pellicola non si discosta da schemi stanchi e ripetitivi incentrati sul tema della casa violata e famiglia minacciata.
Caratteri opachi, recitazioni approssimative, non aiutate da un doppiaggio francamente all’altezza di una seconda serata televisiva, fanno di questo Le verità negate il classico prodotto di fine stagione, il segno dell’inizio dei saldi cinematografici.
Zero tensione, zero originalità di trattazione, siamo nel campo della solita psicopatica che si costruisce una vita di plastica per riempirla in seguito della carne, del sangue di vite altrui. La stessa messa in scena, svogliata ed incolore, non incoraggia approfondimenti psicologici di nessun tipo e lo stesso trattamento dei personaggi è un ostacolo ad ogni forma di affezione nei loro confronti, tanto che alla fine non si può provare che una naturale simpatia o se volete spirito di solidarietà nei confronti della cattiva di turno. [fabio melandri]

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