In Her Shoes - Se fossi lei
In Her Shoes
Regia
Curtis Hanson
Sceneggiatura
Susannah Grant
Fotografia
Terry Stacey
Montaggio
Craig Kitson,
Lisa Zeno Churgin
Musica
Mark Isham
Interpreti
Cameron Diaz, Toni Collette, Shirley MacLaine, Richard Burgi, Candice Azzara, Brooke Smith, Mark Feuerstein
Anno
2005
Durata
130'
Nazione
USA
Genere
commedia
Distribuzione
20th Century Fox
Maggie e Rose, due sorelle così unite da legami di sangue e nello stesso tempo così lontane per obiettivi e stili di vita. La prima interpretata da una Cameron Diaz matura e convincente è una ragazza festaiola, che cambia un lavoro dopo l’altro e che punta molto a godersi la vita puntando sul fascino che riscuote presso il sesso maschile. Naturale talento nella scelta di accessori e vestiti adatti ad ogni occasione.
Rose (Toni Colette) è avvocato in carriera presso uno dei più importanti studi legali di Philadelphia. Concentrata sul lavoro come rifugio nei confronti della vita e dei suoi imprevisti e dolori, lotta contro la bilancia e si coccola circondandosi di scarpe collezionate nell’armadio come fosse il Gugghenheim Museum.
I loro diversi modi di vedere la vita, uno tutto basato sulla programmazione, l’altro sull’assoluta precarietà del momento le porteranno lontane l’una dell’altra sino alla prevedibile riconciliazione finale sotto l’ala protettrice dell’anziana nonna (Shirley MacClaine) che farà luce sulla misteriosa morte della madre delle due.
Un film progettato per commuovere e divertire, con una scansione degli snodi narrativi che si susseguono con matematica precisione e prevedibilità, supportato da interpretazioni di razza dell’anziana e ben ritrovata MacLaine e dalle due protagoniste Diaz e Colette. Tutto perfetto, tutto prevedibilmente scontato e nello stesso tempo rassicurante. Ma allora cosa stona nel contesto generale? Innanzitutto il regista, Curtis Hanson (L.A. Confidential, Wonder Boys, 8 Mile) che ci aveva abituato ad opere più interessanti, coraggiose, accattivanti di questa ed in secondo luogo la meccanicità di un film che non riserva alcuna sorpresa degna di nota, che suscita sentimenti di plastica in quanto progettati tavolino, ed un continuo ammiccamento nei confronti del pubblico fatto di ridicole digressioni narrative e personaggi macchietta che stonano rispetto al contesto generale e nulla aggiungono alla storia o alla conoscenza dei personaggi in scena.
Un film che mescola dramma familiare con commedia sociale, incapace di sposare un proprio punto di vista e che si siede nella pigra trasposizione sullo schermo del romanzo fiume di Jennifer Weiner 'A letto con Maggie'.
[fabio melandri]