Fortapasc
id.
Regia
Marco Risi
Sceneggiatura
Jim Carrington, Andrea Purgatori,
Marco Risi
Fotografia
Marco Onorato
Montaggio
Clelio Benevento
Scenografia
Sonia Peng
Costumi
Ortensia De Francesco
Musica
Franco Piersanti
Interpreti
Libero De Rienzo, Valentina Lodovini, Michele Riondino, Massimiliano Gallo, Ernesto Mahieux, Salvatore Cantalupo, Gigio Morra, Gianfranco Gallo, Antonio Buonomo, Ennio Fantaschini,
Duccio Camerini, Renato Carpentieri, Gianfelice Imparato, Marcello Mazzarella, Daniele Pecci
Produzione
BìBì Film, Rai Cinema, Minerva Pictures Group
Anno
2009
Nazione
Italia
Genere
drammatico
Durata
108'
Distribuzione
01 Distribution
Uscita
27-03-2009
Giudizio
Media

Nel 1985 a Napoli Giancarlo Siani viene ucciso con dieci colpi di pistola. Aveva 26 anni. Faceva il giornalista, o meglio era praticante," abusivo" come amava definirsi. Lavorava per il quotidiano Il Mattino, prima da Torre Annunziata e poi da Napoli. E' stato l'unico cronista ucciso dalla camorra. Era un ragazzo allegro che amava la vita e il suo lavoro e cercava di farlo bene.Aveva il difetto di informarsi, di verificare le notizie, di indagare sui fatti…
Parlare male del cinema italiano è gesto inflazionatissimo e gratuito. Succede però che trovandosi di fonte a film come Fortapasc, un cento passi gomorresco privo dello spessore dei due modelli citati, qualche domanda tocca farsela.
La piattezza della regia di Risi da i brividi e ormai anche definirla “da fiction” sarebbe inesatto visto che finalmente anche la fiction italiana sta leggermente alzando il livello. Il termine giusto per definirla è allora “regia accademica”, la regia tecnica che ti insegnano nei corsi di cinema che il figlio d'arte Marco Risi ha sicuramente seguito senza poi mostrarsi minimamente capace di firmarla con un timbro personale, di cui, vien da pensare, sia privo.
Leggiucchiando poi le interviste allo stesso ti trovi di fronte a un “autore” che non aveva idea di quel che stava facendo e inseguiva soltanto una storia intrisa di piatto sentimentalismo anti-mafioso. La mafia si sconfigge culturalmente con la retorica?
Il punto è che chi scrive è convinto che la mediocrità estetica e il degrado etico vadano a braccetto e in questo senso Fortapasc è un film profondamente immorale.
La storia spreca un soggetto dal grande potenziale drammatico come poteva esserlo questo perdendosi dietro a una sceneggiatura schizofrenica che confusamente mescola pubblico e privato, riferimenti pop e riflessione politica, senza decidere dove voler andare a parare davvero e le eventuali buone idee si perdono in questo marasma di un autore che vuole omaggiare tutti i suoi “riferimenti cinematografici” senza rendersi conto che non sono necessariamente affini: il risultato è un film disarticolato. [davide luppi]