Il dubbio
Doubt
Regia
John Patrick Shanley
Sceneggiatura
John Patrick Shanley
Fotografia
Roger Deakins
Montaggio
Dylan Tichenor
Scenografia
David Gropman
Costumi
Ann Roth
Musica
Howard Shore
Interpreti
Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Viola Davis
Produzione
Goodspeed Productions, Scott Rudin Productions
Anno
2008
Nazione
USA
Genere
drammatico
Durata
105'
Distribuzione
Walt Disney Studios Motion Pictures
Uscita
30-01-2009
Giudizio
Media

E’ il 1964, a St. Nicholas nel Bronx. Un deciso e carismatico prete, Padre Flynn (Philip Seymour Hoffman), sta cercando di allentare i rigidi costumi della scuola, che vengono custoditi gelosamente da Sorella Aloysius Beauvier (Meryl Streep), la Preside con il pugno di ferro che crede nel potere della paura e della disciplina. I venti del cambiamento politico stanno soffiando all’interno della comunità e in effetti la scuola ha accettato il suo primo studente di colore, Donald Miller. Ma quando Sorella James (Amy Adams), un’innocente piena di speranza, condivide con Sorella Aloysius il suo sospetto che Padre Flynn stia prestando troppa attenzione a Donald, Sorella Aloysius è felice di iniziare una crociata sia per svelare la verità che allontanare Flynn dalla scuola. Ora, senza uno straccio di prova se non la sua sicurezza morale, Sorella Aloysius lancia una battaglia contro Padre Flynn, uno scontro che minaccia di sconvolgere la chiesa e la scuola con conseguenze devastanti.
John Patrick Shanley, autore e regista della piece teatrale, porta sullo schermo Il dubbio, in una storia sulla ricerca della verità, le forze del cambiamento e le devastanti conseguenze della giustizia cieca in un’epoca definita dalle condanne morali.
Ambientato nell’anno successivo l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, periodo in cui l’America oltre ad aver perso l’innocenza ha perso anche ogni certezza su di se e sul suo futuro, Il dubbio è un thriller dell’anima, in cui il regista/autore agisce con perfezione chirurgica per demolire ogni certezza, ogni sicuro appiglio, ogni punto fermo di una storia altamente drammatica, il sospetto di atti di pedofilia di un prete su un giovane chierichetto per giunta di colore. Un film che costringe lo spettatore per tutta la sua durata a convivere e confrontarsi con le proprie convinzioni, le proprie certezze continuamente messe in gioco da cambi di prospettiva che nulla chiariscono ma tutto rendono ancora più nebuloso, instabile, confuso, incerto.
E’ stata proprio la parola ‘dubbio’ a ispirare Shanley per scrivere quella che sarebbe diventata l’opera teatrale più acclamata dell’ultimo decennio e ora adattare la storia in una sceneggiatura che allargasse il mondo della rappresentazione e utilizzasse la fluidità del cinema per piantare nuovi semi di incertezza. Quando ha iniziato a scrivere, Shanley ricorda di aver visto un gran numero di opinionisti politici che urlavano l’uno contro l’altro in televisione. “Io mi sentivo circondato da una società che sembrava sicurissima di alcune cose. Tutti avevano un’opinione precisa, ma non c’era un vero scambio e se qualcuno diceva ‘non lo so’, era come se dovesse essere mandato a morte nel Colosseo dei media. C’era questa maschera di certezza nella nostra società che io ho visto aumentare al punto di sviluppare una crepa, ossia il dubbio - spiega Shanley - Così, ho deciso di scrivere un’opera teatrale che celebrasse il fatto di non poter sapere nulla con sicurezza. Volevo esplorare l’idea che il dubbio avesse una natura infinita che permette di crescere e cambiare, mentre la sicurezza è una strada senza uscita. Quando c’è certezza, la conversazione è conclusa e io invece sono interessato a conversare, soprattutto perché un altro termine per la conversazione è ‘vita’. Dobbiamo imparare a vivere con una dose di incertezza. E’ il silenzio tra le chiacchiere della nostra epoca”.
Costruito su prove d’attori eccellenti – Maryl Streep è strepitosa come Philip Seymour Hoffman che le tiene meravigliosamente testa – e su una serie di duetti recitativi che ribaltano continuamente il gioco di specchi che il regista costruisce attraverso personaggi chiaroscurali, pieni di contraddizioni e debolezze umane che accendono luci inaspettate su vicende e caratteri. Shanley evita di schierarsi con i suoi personaggi e ammette di identificarsi con diversi elementi di Padre Flynn, ma anche di Sorella Aloysius. “Ho la tendenza a essere d’accordo con ognuno dei miei personaggi mentre parlano - confessa l’autore - Ma è la mia esperienza di vita. Gli esseri umani sono contraddittori, paradossali e misteriosi, caratteristiche che mantengono sempre”.
Shanley dal punto di vista della messa in scena, sceglie uno stile rigoroso, senza fronzoli, mettendosi al servizio del testo e costruendo gli spazi fisici con geometria meticolosa, affiando alla prossemica degli spazi un valore aggiunto di significato. Una discesa negli inferi della coscienza, in cui gli indizi non formulano ne prove ne certezze, ma come parole pronunciate o meno con mestizia e malizia concorrono a costruire uno stato di perenne incertezza
che nessun pianto liberatorio potrà mai sollevare.
Il dubbio è uno di quei pochi film difficili da dimenticare, che una volta entrato nel cuore sarà impossibile estirpare. [fabio melandri]