Dr. Plonk
id.
Regia
Rolf De Heer
Sceneggiatura
Rolf De Heer
Fotografia
Judd Overton
Montaggio
Tania Nehme
Scenografia
Beverley Freeman
Costumi
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Musica
Graham Tardif
Interpreti
Nigel Lunghi, Paul Blackwell, Magda Szubanski
Produzione
Film Finance Corporation Australia in associazione con Fandango,
South Australian Film Corporation, Adelaide Film Festival & Palace Films
Anno
2007
Nazione
Australia, Italia
Genere
commedia
Durata
85'
Distribuzione
Fandango
Uscita
04-07-2008
Giudizio
Media

SINOSSI
Il Dr. Plonk, famoso scienziato ed inventore, lavora rinchiuso nel suo laboratorio, cercando di dare un senso al mondo. E’ il 1907.
Paulus, assistente sordomuto di Plonk, non è molto capace di assisterlo e la chiarezza del suo pensiero viene ulteriormente sconvolta dall’affascinante Sig.ra Plonk e dal suo Tiberius, un cane ossessionato da oggetti sferici.
Un giorno fatale, la Plonkmobile rimane senza carburante. Il che porta il Dr. Plonk ad una serie di scoperte. Molti calcoli dopo, giunge alla conclusione che il mondo finirà tra 101 anni. Paulus ride di lui; i consiglieri del Primo Ministro ridono di lui, il Primo Ministro Stalk vuole una prova delle sue affermazioni, una prova più facilmente digeribile di mucchi di calcoli indigesti...e l’unica prova accettabile consiste nel futuro che sta per finire.
Plonk medita. I concetti di macchina e di tempo per caso si fondono…ovviamente! Ci vuole una macchina del tempo per riportare le prove dal futuro! Il Dr. Plonk si accinge a costruirne una. Tiberius è il primo esperimento, viene portato dalla macchina cento anni dopo e ritorna sano e salvo. Poi è il turno di Plonk ma Paulus, avendo preso troppi calci nel didietro dal suo padrone, gira l’interruttore del tempo nella direzione opposta e Plonk, 10.000 anni fa, si trova tra i cannibali che cercano di bollirlo. Ma Plonk è risoluto. Ulteriori incursioni nel futuro cominciano a rivelare che posto terribilmente strano è il 2007...sono poche le cose che hanno senso per l’intrepido dottore che finalmente trova la prova inconfutabile che il mondo sta realmente per finire.
Tuttavia, i suoi sforzi di avvertire le autorità competenti lo portano a scontrarsi con la legge. Il buon dottore viene braccato, con tutte le forze di polizia della nazione schierate contro di lui. Si pone una domanda scientifica…il Dr. Plonk riuscirà a correre abbastanza velocemente?

UNA COMMEDIA MUTA
Dr. Plonk (il film) è stato inventato nel dicembre 2005, quando lo sceneggiatore/regista Rolf de Heer aprì un frigorifero nel suo ufficio che conteneva 20.000 piedi di vecchi pezzi di pellicola vergine. E’ stato un momento veramente illuminante, mentre vedeva scorrere nella mente le immagini di come si potessero presentare questi scarti una volta fatti passare attraverso una macchina da presa...molto probabilmente rovinati quanto i vecchi film muti e allora, presto, c’è un’idea per un film e qui abbiamo già la metà della pellicola necessaria da usare invece di doverla buttar via.
Tuttavia, cosa fa pensare che un pubblico moderno si lascerà coinvolgere da una commedia muta in bianco e nero vecchio stile? Il fatto di dargli una rilevanza contemporanea, ovviamente. Ma ha comunque bisogno di essere basato sul passato, il che significa che girarlo tutto nella contemporaneità non è così interessante. Sono necessari due archi temporali…il secolo scorso e questo secolo ed esiste veramente solo un modo per viaggiare tra i secoli, lo si può fare solo con una macchina del tempo.
Deciso questo bisogna pensare al come. Bene, per dare la sensazione che si tratti di un vecchio film va girato come un vecchio film, con una troupe piccolissima, tipo farlo come viene, senza luci, utilizzando una macchina da presa a manovella e in bianco e nero. Tutto molto utile perché costa meno che fare film nella maniera convenzionale, e se si devono trovare i finanziamenti per questo film è bene che il budget sia abbastanza basso.
Saranno necessarie delle riprese lunghissime, per scoprire innanzitutto come farlo e avere molto tempo per provare ed inventare sul set, perchè tutti i trucchi, le acrobazie e gli effetti speciali devono essere realizzati con il fotogramma piuttosto che risolvere il problema tagliando o in post-produzione. Quanto più piccola è la troupe tanto più sarà possibile permettersi un lungo periodo di riprese. Meglio avere qualcuno che giri la manovella della macchina da presa e faccia le misurazioni della luce; ed un coordinatore degli stunt, anche se questi non esistevano ai vecchi tempi, ma ci sono ora questioni che riguardano la sicurezza sul posto di lavoro e gli attori non eseguono più acrobazie come invece facevano all’epoca; e dovendo andare avanti ed indietro con una macchina del tempo è bene avere un coordinatore degli effetti speciali, per tutte quelle boccate di fumo e cose simili; e qualcuno per il guardaroba e gli accessori di scena e cose simili; e avremo probabilmente bisogno di qualcuno che sia abile in generale, che possa dedicarsi con la mente e con le mani a sistemare le cose, a trasportarle e crearle quando necessario, più ovviamente, un regista, non si può veramente farne senza. E questo è quanto, un nucleo di sei persone della troupe sul set, e ingaggeremo ogni altro aiuto quando necessario. E non sarebbe questo un bel modo per fare un film?

Il Dr. Plonk (il personaggio) è stato inventato per soddisfare l’esigenza di avere un personaggio che aveva la capacità di creare una macchina del tempo nel 1907, quindi era più che logico che dovesse trattarsi di un famoso scienziato ed inventore. A quel punto, il produttore Rolf de Heer ha cominciato a pensare al modo in cui finanziare il film, e che aveva bisogno di attori che potessero suscitare l’entusiasmo dei finanziatori, o almeno il loro interesse. Forse la cosa da fare era riempire il film di persone che avevano molte capacità fisiche, come l’artista da strada, Spin, che interpreta Rundle Mall ad Adelaide e che fa giochi di destrezza e fa l’equilibrista e che può veramente attirare le folle. Quindi è stato rintracciato il Sig. Spin, alias Nigel Martin alias Nigel Lunghi, si sono avuti dei colloqui con lui, è stato ingaggiato e si è cominciato realmente a forgiare, intorno a lui, il personaggio del Dr. Plonk. In effetti i finanziatori sono stati attratti dall’idea di ingaggiare un artista di strada. Poi uno dei finanziatori ha suggerito l’attore Paul Blackwell, cosa che non è stata difficile da accettare considerato che Paul è quello che ci vuole per un film come questo, grandi capacità comiche ed un grande inventore di business (aveva lavorato con de Heer 10 anni prima). Ed è da qui che è stato creato il personaggio di Paulus, assistente sordomuto di Plonk, per sfruttare appieno l’ampia gamma delle capacità di Paul. E Paul, l’attore, si dà il caso che avesse un cagnolino di nome Reg, che era ossessionato dalle palline, e così è stato creato Tiberius. Il Dr. Plonk aveva bisogno di una moglie, ovviamente, e quale moglie migliore di Magda Szubanski, che è stata scelta per le sue capacità comiche e perchè adatta al ruolo, ma la sua scelta ha anche reso particolarmente felici i finanziatori.
Molto bello avere un cast di talento ma rimane il problema di come farli recitare in uno stile che sia fedele al passato ma, al contempo, credibile per un pubblico moderno. Fortuna pura o colpo di genio? Il personaggio di Paulus non è in grado di sentire. Come si fa per attirare la sua attenzione? Prendendolo a calci nel sedere. Come gli si parla? Gesto eloquente. Fine del problema.

NOTE DI PRODUZIONE
E’ un concetto folle, veramente, quello di cercare di utilizzare una tecnologia vecchia di 100 anni per realizzare un film moderno. Non funziona più. E’ stata acquistata una macchina da presa della Universal vecchia di 90 anni. Per essere provata è stata caricata con una pellicola dell’era contemporanea. La pellicola andava bene ma come la si mette a fuoco? Ah, c’è questa piccola finestrella, dietro la finestra di esposizione. Si dovrebbe poter vedere un’immagine sul retro della pellicola. Ma non ci si riesce. Le pellicole di oggi non sono come quelle del passato, non è possibile vedere delle immagini attraverso di esse, oggi c’è troppa emulsione. Vendiamo la macchina da presa. Lentamente tutte le idee di replicare con precisione il passato vengono gettate nel secchio dei rifiuti. Una macchina da presa più moderna viene adattata e dotata di un meccanismo a manovella. Si scelgono dei vecchi obiettivi ma essi hanno solo la metà degli anni che dovrebbero avere. Quelli veramente vecchi non si adattano. Però, c’è qualcosa che funzionerà. Ora è necessario far girare la manovella. Quanto sono veloci diciotto fotogrammi al secondo? O sedici? O diciassette? Ai vecchi tempi erano soliti cantare o fischiettare dei motivetti per tenere il tempo, ma chi li conosce più quei motivetti? E se siete come Judd, l’addetto alla manovella del Dr. Plonk, che non è in grado di cantare e girare la manovella al tempo stesso?
Introduciamo la nuova tecnologia: un tachimetro digitale per controllare la velocità, poi un metronomo digitale collegato alla macchina da presa e fissato proprio vicino all’orecchio dell’addetto alla manovella. Basta immettere la velocità desiderata, ascoltare il tick e girare la manovella.
E la pellicola vergine...pellicola in bianco e nero ed il suo sviluppo, sono semplicemente troppo costosi per il budget, e inoltre, ci sono già i 20.000 piedi della vecchia pellicola a colori, parte di essa scaduta da dieci anni. Si comincia una ricerca per trovare altra pellicola vecchia; qualsiasi cosa va bene: resti di altri film, donazioni da frigoriferi di altri; pellicola rivenduta a basso prezzo perché era stata lasciata al sole e non era stata utilizzata. Non importa se non è uguale al resto, neanche ai vecchi tempi le pellicole erano uguali. Aggiungi un treppiedi ed una testa pesante per ridurre al minimo il movimento della macchina da presa dovuto al movimento della manovella girata a mano e questo è praticamente l’attrezzatura necessaria per girare il film.

Una macchina del tempo può avere qualsiasi aspetto, veramente, dal momento che non ne esiste un precedente convincente. E dal momento che il Dr. Plonk è una commedia, ambientata inizialmente nel 1907, e trattandosi di una commedia muta, dove sono consentiti tutti i tipi di sciocchezze, i tre principali architetti della forma e del funzionamento della macchina del tempo (il regista, lo scenografo ed il costruttore Dennis Presello) hanno deciso di divertirsi un po’. Scambiandosi idee e disegni si è arrivati ad una bozza della macchina. Poi Dennis si è messo a costruirla e mentre la costruiva aggiungeva (a seconda dei materiali che riusciva a trovare tra i rifiuti). Una volta finita ci sono volute tre persone per far funzionare la macchina a pieno regime, dal momento che quasi tutto era manuale e non dotato di motore.
E lo stesso è valso per la Plonkmobile. Al momento del primo progetto e della prima costruzione l’automobile non doveva essere ad auto-propulsione ma la tentazione di dotarla dell’auto-propulsione si è rivelata troppo forte. “Perchè non me lo avete detto prima?” ha chiesto Dennis al maledetto regista “L’avrei disegnata in maniera diversa!”
Ma Dennis si è rivelato all’altezza del compito e con varie catene e ingranaggi, ed un motorino d’avviamento e la batteria di una macchina, la Plonkmobile è effettivamente diventata mobile. Nel frattempo la scenografa Beverley lottava con il set che doveva ospitare il laboratorio, oltre che con i costumi che appartenevano a due secoli diversi. Rosso e verde possono essere i colori che vediamo come opposti ma in bianco e nero sono letteralmente uguali. Dopo molte foto di scena digitali stampate in bianco e nero ha trovato la combinazione di colori e ha cominciato a lavorare sul set (facendosi aiutare un po’ da una discarica locale). Quando si proietta il primo girato di prova del laboratorio sembra…be’, sembra un film in bianco e nero del 1907.

Ci si avvia a 12 settimane di tranquille riprese invernali...tranquille per via della lunghezza ma anche perchè per gli esterni non c’era illuminazione artificiale e le ore per le riprese d’inverno sono, di conseguenza, molto brevi. E’ stato un modo molto particolare di girare; alcune scene hanno richiesto una troupe fatta di due sole persone (operatore e regista) ed il cast di una sola persona (il Dr. Plonk), dal momento che gli attori si occupavano in gran parte da soli del proprio trucco e dei costumi. In queste occasioni si trattava semplicemente di collocare la macchina da presa nella giusta posizione, di elaborare un po’ l’azione e poi girare la manovella. C’era una specie di piano di lavorazione ma era abbastanza elastico a seconda dell’umore e della disposizione del regista. Un esempio è la scena 171, che, nella sceneggiatura, ha solo quattro parole...”La polizia inseguì Plonk.”. Le sei persone della troupe ed i tre attori del cast si presentarono per girarla il giorno previsto ma la maggior parte di loro fu mandata via perchè il regista disse “Non mi sento di girare questa scena oggi”. Il cast, il regista ed il coordinatore degli stunt si fermarono e trascorsero la giornata ad elaborare cosa significassero quelle quattro parole o cosa potevano significare. Alla fine significarono molto, in effetti dieci giorni di riprese che hanno occupato quasi un ottavo del film con una sequenza di inseguimento tra carrelli, scale, impalcature, botti, automobili, persone che portano zattere e trucchi di vario genere…proprio come ai vecchi tempi. Solo sul set in studio, ridotto da sei a quattro settimane per via dello sperpero della sequenza di inseguimento, i giorni di riprese sono stati quasi normali. C’era una piattaforma per l’illuminazione di cinquecento lampade fluorescenti compatte per riprodurre la luce del giorno (ehi presto, gira un interruttore e siamo illuminati) in maniera tale che si poteva dedicare il tempo alle prove, per elaborare le routine e azzeccare i tempi comici senza preoccuparsi delle limitazioni tecniche (suono e luci) così spesso presenti su un set convenzionale. Sebbene il tutto venisse preso seriamente gli attori e la troupe si sono divertiti durante le riprese, ben lungi dal solito stress causato dalla realizzazione di un film.


Intenzione originale: sviluppare la pellicola in maniera normale, ottenere la copia di lavorazione in bianco e nero, montare alla vecchia maniera, giuntare pezzi di pellicola. Procedura effettiva: la pellicola è stata sviluppata normalmente, è stato messo il telecinema digitale ad alta definizione sull’hard drive, è stato trasferito sul moderno sistema non lineare ad alta definizione, montato, facendo da soli il clean-up ed il bilanciamento dell’alta definizione in bianco e nero, mandato l’hard drive con la pellicola digitale bilanciata da scansionare sul negativo della pellicola. Come sono cambiati i tempi! All’inizio, nel fare i test, si poteva vedere che perfino la pellicola scaduta vecchia di dieci anni non avrebbe neanche lontanamente avuto l’aspetto delle pellicole dei vecchi classici. Le pellicole vergini sono cambiate troppo, sono diventate di maggiore definizione e di grana più fine e gli obiettivi della macchina da presa non erano abbastanza vecchi, di conseguenza troppo precisi. L’immagine doveva essere degradata ma in maniera controllata e, cosa abbastanza strana, non era più possibile permettersi il percorso lineare per elaborare la pellicola. Era necessario sostituire un processo molto semplice con uno estremamente complicato per riprodurre l’immagine che si otteneva un tempo. C’era poi il problema ulteriore dei salti temporali nella storia del film. Alla fine si è deciso di dare al 2007 un aspetto molto diverso rispetto al 1907, più moderno, con meno contrasto e grana. Sono state citate parole tipo pancromatico e ortocromatico anche se erano in pochi a sapere cosa significassero veramente, mentre l’unica domanda era “Come sarà?” Alla fine, l’aspetto era quello previsto, sebbene ci è voluta non poca sofferenza da parte di quelli impegnati a renderlo tale.