Doom
id.
Regia
Andrzej Bartkowiak
Sceneggiatura
David Callaham,
Wesley Strick
Fotografia
Tony Pierce-Roberts
Montaggio
Derek G. Brechin
Musica
Clint Mansell
Interpreti
Karl Urban, Rosamund Pike, Raz Adoti, Dwayne "The Rock" Johnson
Anno
2005
Durata
105'
Nazione
USA
Genere
fantascienza
Distribuzione
UIP
Nel 1993, la id Software, piccola azienda di Mesquite, in Texas, si è resa protagonista di una copernicana rivoluzione nel campo dei videogames, introducendo la cosiddetta prospettiva FPS (First Person Sholder), ovvero la visione per soggettiva del giocatore chiamato ad esplorare mappe ed annientare nemici di ogni sorta. Nacque Doom, venduto in milioni di copie e divenendo in poco tempo uno dei giochi per PC più popolari di tutti i tempi.
Oggi a distanza di 13 anni dalla sua nascita e sulla scia di una aridità creativa ed artistica ad Hollywood e di trasposizioni cinematografiche di altri videogiochi, da Resident Evil a Lara Croft, debutta sullo schermo la versione cinemascope del videogioco.
Con Andrzej Bartkowiak alla regia (Romeo deve morire) e la muscolosa interpretazione di The Rock in veste di protagonista (Il Re Scorpione, Be Cool), Doom-film, cerca di distanziarsi il più possibile dalla bidimensionalità del Doom-videogioco cercando di intessere un minimo di trama e moltiplicando situazioni, personaggi e psicologie (?). Il risultato è invero assai modesto, in quanto la struttura narrativa – un gruppo di marines armati sino ai denti che vengono chiamati per tenere sotto controllo una misteriosa quarantena nella base di ricerca scientifica marziana Olduvai – ricorda sin troppo da vicino altre vicende (Aliens – Scontro finale su tutti) e le stesse creature che si oppongono ai nostri eroici sanno tanto di omaggio/citazione/plagio ai vari Alien, Predator e famiglia.
Tanto scontato quanto prevedibile, il film è un innocuo divertissment per soli appassionati del videogioco originale che viene citato direttamente nel convulso e confusionario pre-finale in cui attraverso falsi piani-sequenza assistiamo allo scontro finale in soggettiva del protagonista, stimolando un fastidiosissimo mal di testa negli spettatori già tramortiti da un’ora e mezzo di sparatoie e “colpi di scena”.
Gli attori, volti per lo più sconosciuti e assidui frequentatori del florido mondo dei b-movie, sono puramente funzionali alla storia e fungono da classica carne da macello pronta ad essere sventrata, disarticolata nei modi più fantasiosi e creativi possibili. Ennesimo esempio in cui gli effetti speciali costituiscono l’ossatura del film prendendo prepotentemente il posto di intrecci, personaggi, psicologie. Il cinema fantasy è in coma, Dio salvi il cinema fantasy!
[fabio melandri]