Cover boy
id.
Regia
Carmine Amoroso
Sceneggiatura
Carmine Amoroso, Filippo Ascione
Fotografia
Paolo Ferrari
Montaggio
Luca Manes
Scenografia
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Costumi
Alessandro Bentivegna
Musica
Marco Falagiani, Okapi
Interpreti
Eduard Gabia, Luca Lionello, Chiara Caselli,
Francesco Dominedo, Gabriel Spahiou, Luciana Littizzetto
Produzione
Filand s.r.l., Paco Cinematografica
Anno
2006
Nazione
Italia
Genere
commedia
Durata
97'
Distribuzione
Istituto Luce
Uscita
21-03-2008
Giudizio
Media

Cover-boy ( film low-budget girato con un nuovissimo formato digitale HDV) racconta l’ amicizia fra Ioan (Eduard Gabia) e Michele (Luca Lionello) l’uno rumeno e l’altro italiano. Due mondi che casualmente s’incontrano: l’esperienza di chi, figlio della rivoluzione post comunista, è fuggito dal proprio paese alla ricerca di un futuro migliore e l’esperienza di chi, precario, vive la crisi del lavoro occidentale.

Come sfondo al rapporto fra il semplice ragazzo rumeno e il solitario ragazzo italiano, un occidente travagliato da una parte dal crollo dell’ideologia comunista e dall’altra dal mito di un capitalismo che ha assunto sempre più, come criterio vitale, la competitività e l’inasprimento della disuguaglianza sociale.

Il film racconta della loro vita in comune ai margini della città, vessati da una padrona di casa (Luciana Littizzetto) e mostra come sia possibile opporre, alla ferocia dello scontro quotidiano per la sopravvivenza, il vincolo di una vera amicizia. L’incontro di Ioan con una famosa fotografa (Chiara Caselli), e il suo scambiare per amore un sentimento utilitaristico, servirà a rinsaldare ancor più l’unione con Michele e a guidarlo verso la meta finale del suo viaggio.

Note di regia: Carmine Amoroso

Io penso che il cinema debba avere anche una funzione sociale. La storia di Ioan e Michele vuole essere un ritratto degli esclusi dalla società dei consumi, in una Europa dove si moltiplicano i profitti e si alza sempre di più la soglia della povertà. Due persone che vivono con il sogno di una vita normale.
Per Michele, precario, conquistare un lavoro è una guerra, il lavoro è la sola chiave che può farlo entrare nella fortezza dei "normali". Perchè non lavorare, significa essere esclusi e non poter amare. Così come è escluso Ioan, il ragazzo straniero, rumeno, che fa parte di quella schiera di erranti che si domandano: dove potrò dire sono a casa.