Caos calmo
id.
Regia
Antonello Grimaldi
Sceneggiatura
Nanni Moretti, Laura Paolucci, Francesco Piccolo
Fotografia
Alessandro Pesci
Montaggio
Angelo Nicolini
Scenografia
Giada Calabria
Costumi
Alexandra Toesca
Musica
Paolo Buonvino
Interpreti
Valeria Golino, Isabella Ferrari, Alessandro Gassman, Blu Yoshimi, Hippolyte Girardot,
Kasia Smutniak, Denis Podalidès, Charles Berling, Silvio Orlando
Produzione
Fandango, Rai Cinema, Portobello Pictures, Phoenix Film Investment
Anno
2008
Nazione
Italia
Genere
drammatico
Durata
112'
Distribuzione
01 Distribution
Uscita
8-08-2008
Giudizio
Media

Per godere fino in fondo il film tratto dall'omonimo romanzo di Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega 2006, bisogna dimenticare Michele Apicella e le sue filosofie di vita. Nella pellicola diretta da Antonello Grimaldi c’è, forse per la prima volta, Nanni Moretti attore e non regista o intellettuale di sinistra. Forse per la prima volta in scena c’è l’interprete.
La vicenda vede Moretti al centro della pellicola. È Pietro Paladini: un alto dirigente di un network televisivo, che sta per fondersi con un colosso americano. Un giorno al mare, mentre assieme al fratello Carlo (un Alessandro Gassman perfettamente calato nel ruolo descritto da Sandro Veronesi) sta salvando una sconosciuta, muore la moglie Lara, lasciandolo solo con la figlia Claudia (Blu Yoshimi), di dieci anni. Per tentare di attutire il dolore, il caos interiore che però inspiegabilmente rimane calmo e non si palesa, una mattina dopo aver accompagnato Claudia davanti scuola, decide di restare davanti all’istituto per non farla sentire sola. O forse per non sentirsi lui solo. Quello che sembra un atto spontaneo, diventa la prassi.
E allora intorno a Pietro e alla panchina del parco - il suo ufficio open space - cominciano a ruotare “gli altri”, le persone che fanno parte della sua vita. il fratello; i colleghi di lavoro Jean Claude (Hippolyte Girardot), Thierry (Denis Podalydès); e Samuele (Silvio Orlando) angosciati dall’imminente fusione della società; il tycoon Steiner (non male l’apparizione di Roman Polanski nelle vesti dello squalo americano); la cognata (Valeria Golino, qui in un ruolo breve e forse poco riuscito); una ragazza (Kasia Smutniak) che porta a spasso il cane e Eleonora Simoncini (Isabella Ferrari), la donna a cui Pietro ha salvato la vita. Rispetto a questo personaggio, nel libro vengono descritti elementi chiave che porteranno alla scena di sesso che tanto ha fatto scalpore. Nel film manca il nesso narrativo che spiega il passaggio dal salvataggio, all’incontro sessuale nella villa al mare. Ma soprattutto, se la scena fosse stata interpretata da un altro, invece che dal regista di Ecce Bombo, sarebbe passata sotto traccia. A questo proposito l’autore del Il Caimano ha dichiarato: “Non ricordo come abbiamo girato quella scena, però a rivederla mi sembra riuscita bene. Del resto, il sesso fa parte della vita e trovo strano che i media gli diano tutto questo risalto”.
Nell’insieme è un buon film, supportato da un cast nutrito e da una vicenda intensa. Costato oltre cinque milioni di euro, è stato realizzato col contributo del Ministero per i Beni e le attività culturali. Nanni regge bene l’intero film, che Grimaldi consapevolmente fa ruotare attorno a lui: “La sfida che ho raccolto con questo film è quella di restare insieme al protagonista, per la maggior parte del tempo, nello stesso luogo e provare a non trasmettere mai la sensazione di staticità. Vorrei essere riuscito a raccontare questa lunga attesa, restituendo ciò che nel romanzo è così bene raccontato: lo spaesamento di noi uomini “moderni” davanti all’impossibilità di elaborare un lutto, senza poter confidare né in una tradizione religiosa, né in una laica”. Certo, tra letteratura e cinema le differenze sono notevoli, soprattutto per i tagli, ma Sandro Veronesi ha precisato: “Quando si fanno film da romanzi è dovere degli sceneggiatori trovare il cinema che c’è nelle pagine. Nel mio romanzo, con la sola semplicità, si è trovato del buon cinema. Per esempio, nella scena dei genitori che vanno a prendere i figli all’uscita di scuola, che nel libro io condenso in una riga, nel film diventa un’intera sequenza. Per me è stata una grande lezione, ho capito che la semplicità è un’arma risolutrice a volte”. Nell’attesa che il dolore esploda, per Pietro Paladini al caos calmo si presenterà la possibilità del risveglio. [valentina venturi]