L'amore nascosto
L'amour caché
Regia
Alessandro Capone
Sceneggiatura
Alessandro Capone, Luca D'Alisera
Fotografia
Luciano Tovoli
Montaggio
Roberto Perpignani
Scenografia
Marta Zani
Costumi
Uli Simon, Nathalie Duroscoat
Musica
Lawrence 'Butch' Morris,
Riccardo Fassi
Interpreti
Isabelle Huppert, Greta Scacchi, Mèlanie Laurent, Olivier Gourmet
Produzione
Cristaldi Pictures, Tarantula, Soho Films
Anno
2007
Nazione
Lussemburgo, Belgio, Italia
Genere
drammatico
Durata
92'
Distribuzione
Archibald Enterprise Film
Uscita
05-06-2009
Giudizio
Media

Danielle (Isabelle Huppert) ha 47 anni ed è madre, ma non ama sua figlia. Da quando la portava in grembo, sentiva di non amarla. Nel momento del parto rimane completamente indifferente verso la piccola Sophie (Mèlanie Laurent). Con gli anni la bambina è cresciuta, si è sposata ed è diventata madre, ma il rapporto con la genitrice non è migliorato affatto. Ora Danielle, dopo aver tentato per tre volte il suicidio, è ricoverata in una clinica privata dove è seguita da un’analista (Greta Scacchi) che desidera capire cosa le sia accaduto e aiutarla a superare il trauma. Per Danielle inizia un percorso fatto di parole, ricordi, silenzi e ricostruzioni di vita vissuta che portano però al medesimo risultato: la relazione filiale non è come dovrebbe essere, non è “tipica”. Eppure in questa assenza di amore, c’è un sentimento materno nascosto, che si paleserà solo dopo un dramma imprevisto.
Presentato alla Festa del cinema del 2007, L’amore nascosto ha avuto problemi di distribuzione, al punto da aver dovuto cambiare l’iniziale società (fallita e acquistata da stranieri) con l’Archibald Enterprise Film. Ecco spiegato il ritardo nell’uscita nelle sale italiane. Il film magistralmente interpretato da Isabelle Huppert (a cui è stato consegnato il Nastro d’argento in occasione del ventennale del Premio che il SNGCI assegna ogni anno ad una personalità di spicco del cinema europeo), tratta un tema delicato come quello tra madre e figlia, parlandone dal punto di vista dell’assenza dell’amore. Tratto dal romanzo Madre e Ossa di Danièle Girard (Baldini&Castoldi), ha colpito il regista Capone e il produttore Cristaldi che hanno da subito immaginato la “pianista” nel ruolo della madre.
Pellicola difficile, a tratti noiosa e con dei non sense nella sceneggiatura. Alcune scene colpiscono però per la perfetta immedesimazione con lo spaesamento psicologico della madre (le immagini iniziali di Danielle nel letto; la donna che vaga silenziosa per la clinica; la vastità dell’ultima scena) e la musica di Lawrence 'Butch' Morris e Riccardo Fassi amplifica il dramma personale della protagonista. Un film tipicamente francese nonostante sia diretto da un italiano, che ha in Isabelle Huppert il suo emblema, la sua Medea. [valentina venturi]