L'altra
L'autre
Regia
Patrick Mario Bernard,
Pierre Trividic
Sceneggiatura
Patrick Mario Bernard,
Pierre Trividic
Fotografia
Pierric Gantelmi d’Ille
Montaggio
Yann Dedet
Scenografia
Daphné e Axel Deboaisne
Costumi
Anaïs Romand
Musica
Rep Mu!zak
Interpreti
Dominique Blanc, Cyril Gueï, Peter Bonke, Christèle Tual, Anne Benoit
Produzione
Canal +, CINECINEMA, Cinémage 2, Soficinéma 4, Mercure Int.,
Centre national de la cinématographie
Anno
2008
Nazione
Francia
Genere
drammatico
Durata
98'
Distribuzione
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Uscita
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Giudizio
Media
| sito italiano |

Tratto dal romanzo L’occupation di Annie Ernaux, L'autre - L'altro è un viaggio allucinato all'interno della mente di una donna. Anne-Marie si separa da Alex. Lui vuole una vera vita coniugale. Lei vuole conservare la sua libertà. Si separano senza drammi e continuano a vedersi. Ma quando Anne-Marie viene a sapere che Alex ha una nuova compagna, diventa folle di gelosia. E si ritrova in un mondo inquietante impregnato di strani segnali…
"Ho pensato subito ad un adattamento cinematografico quando ho letto L’occupation. - racconta il co-regista Patrick Mario Bernard
- Sono stato colpito dal modo in cui il personaggio di Anne- Marie è assalito da una violenza interiore. La questione della violenza che ci si infligge in certe situazioni e il modo in cui si sceglie di liberarsene, mi interessa, ci interessa molto. In particolare, Anne-Marie ricorre alla finzione per sbarazzarsi di questa violenza. Questa storia di gelosia è una sorta di veleno insidioso che invade profondamente la sua immaginazione, poiché si tratta di un’avventura mentale : Anne-Marie non vedrà mai la sua rivale. È la sua immaginazione che fa tutto. E lei comincia ad arenarsi. Tutta la realtà intorno a lei si trasforma. Questa crisi di gelosia diviene uno strumento ottico."
Un film che tenta la difficile traslazione tra piano privato a pubblico con punte autoriali sin troppo ricercate a discapito di una scrittura filmica che in più punti sembra perdere coerenza e compattezza a favore di immagini eleganti, falsamente trasandate, sin troppo furbette e miranti a rivestire l'abito elegante di film d'autore, di quelli che piacciono tanto a certa critica radical-chic ma assai lontano dai gusti del pubblico corrente.
"
La storia in effetti si trova in una zona intermediaria tra l’individuo e la collettività, tra l’intimo e il pubblico, al confine un po’ crepuscolare tra il mio e il tuo, il mio e il nostro. - racconta Pierre Trividic - Lo spazio della narrazione è questo qui: il punto di contatto tra l’individuo e il mondo. Questa zona intermediaria è particolarmente sollecitata nella realtà contemporanea. Le forme di contatto con il mondo si sono molto trasformate. E queste trasformazioni hanno probabilmente spostato le linee di condivisione tra l’individuo e la massa, tra la melodia individuale e il rumore di fondo del mondo." [maria mineo]