Across the Universe
id.
Regia
Julie Taymor
Sceneggiatura
Dick Clement, Ian La Frenais
Fotografia
Bruno Delbonnel
Montaggio
Françoise Bonnot
Scenografia
Mark Friedberg
Costumi
Albert Wolsky
Arrangiamenti
Elliot Goldenthal
Interpreti
Evan Rachel Wood, Jim Sturgess, Joe Anderson, Dana Fuchs, Martin Luther McCoy, T.V. Carpio, Spencer Liff, Lisa Hogg, Nicholas Lumley, Joe Cocker, Bono, Eddie Izzard, Salma Hayek
Produzione
Revolution Studios, Matthew Gross / Team Todd
Anno
2007
Nazione
USA
Genere
musicale
Durata
131'
Distribuzione
Sony Pictures Releasing Italia
Uscita
23-11-2007
Giudizio
Media

Se per voi il cinema è emozione, trasporto, creazione di universi paralleli in cui dare vita ai propri sogni, questo è il film per voi. Se c’è un’opera che non potete assolutamente mancare in questa stagione cinematografica, è questa perché “…There's nothing you can do that can't be done / Nothing you can sing that can't be sung / Nothing you can say but you can learn how to play the game / It's easy… Nothing you can make that can't be made / No one you can save that can't be saved / Nothing you can do but you can learn how to be you in time / It's easy… / All you need is love… Love is all you need….
Sulla riva di un oceano in tempesta, un ragazzo di spalle chiuso in un cappotto nero, si volge verso la camera ed inizia ad intonare la sua storia: “Is there anybody going to listen to my story / All about the girl who came to stay? / She's the kind of girl you want so much / It makes you sorry / Still you don't regret a single day. / Ah girl!
Parole e musica di John Lennon e Paul McCarthy.

Across the Universe è un’operazione che richiama Mouline Rouge di Baz Luhrmann. Prendere canzoni note, utilizzarne i testi per comporre dialoghi e sviluppi narrativi, comporre nuovi arrangiamenti per contestualizzarle in modo originale e creativo. Ma se Lurhmann pescava in un ampio patrimonio musicale di artisti e generi differenti, Julie Taymor ( Titus, Frida e Il Re Leone a Broadway) si cala nella produzione beatlesiana (200 canzoni) scegliendone 33 attraverso cui raccontare la storia del travagliato amore di Jude (Hey, Jude, don't make it bad / Take a sad song and make it better / Remember to let her into your heart / Then you can start to make it better) proletario di Liverpool e Lucy (Follow her down to a bridge by a fountain / Where rocking horse people eat marshmellow pies / Everyone smiles as you drift past the flowers / That grow so incredibly high) ragazza americana alto borghese sullo sfondo di un’America che sta perdendo la propria innocenza con i soldati mandati a morire in Vietnam ed i movimenti pacifisti di contestazione del sistema guidate da gurù della controcultura come ‘Dr. Robert’ e ‘Mr. Kite’.
“Volevo un film capace di indagare a fondo gli anni sessanta. – racconta la regista - Doveva analizzare tutti gli aspetti delle canzoni dei Beatles, da quelle d’amore a quelle politiche. Così, le musiche e il film non solo avrebbero mostrato il microcosmo dell’esperienza di un personaggio, ma, dal mio punto di vista, avrebbero anche rappresentato il macrocosmo degli eventi mondiali”.
Across the Universe è un musical che richiama le atmosfere alla Hair, si riempie di eterogenea umanità alla Rent, colorandosi di puro ‘british tone’ con le musiche immortali dei cinque di Liverpool, distorte in gospel da brividi, chitarre elettriche alla Jimi Hendrix e vocalizzazioni che colpiscono direttamente al cuore grazie alla bravura di un cast – un gruppo di giovani talenti da Evan Rachel Wood a Jim Sturgess, da Joe Anderson a Dana Fuchs e Martin Luther Mccoy affiancati da eccezionali camei di Bono, Joe Cocker e Salma Hayek - capace di muoversi con la stessa disinvoltura e bravura tra il recitato (30 minuti su un totale di 131 di durata complessiva) ed il cantato.
“Nella stragrande maggioranza dei musical, l’attore parla e poi si passa ad una voce cantante. Per la maggior parte delle persone, la voce cantante è completamente differente, qualcosa che hanno registrato in studio due o tre mesi prima. Questo ti fa uscire dall’atmosfera del film. Per Across the Universe, - tiene a precisare la Taymor - noi volevamo che l’ambiente rimanesse realistico. Quando si passa dal dialogo alle canzoni, desideravamo che questi momenti risultassero omogenei, in modo da non passare da un tipo di sonorità ad un'altra e quindi continuare a rimanere coinvolti dalla scena. Inoltre, visto che in questo film i testi servono come dialoghi, si desidera ascoltare quel piccolo effetto di rimbombo tra le mura e la gente che si muove. Non vuoi avere un suono chiuso e tipico di uno studio”.
Colorato, psichedelico, emozionante con passaggi di puro brivido, Across the Universe è un inno alla vita vissuta intensamente, un elogio a quella forza motrice che cova dentro di noi, che non sappiamo spiegarci e nominare… Something in the way she moves / Attracts me like no other lover / Something in the way she woos me / I don't want to leave her now / You know I believe her now / Somewhere in her smile she knows / That I don't need no other lover / Something in her style that shows me / Don't want to leave her now / You know I believe her now / You're asking me will my love grow / I don't know, I don't know…
[fabio melandri]