Regia
Steve McQueen
Sceneggiatura
John Ridley
Fotografia
Sean Bobbitt
Montaggio
Joe Walker
Scenografia
Adam Stockhausen
Costumi
Patricia Norris
Musica
Hans Zimmer
Solomon Northup (Chiwetel Ejiofor), padre di famiglia afroamericano, nel 1821 è un uomo libero nello Stato di New York.
Apprezzato musicista e artigiano di Saratoga Springs, si ritrova dalla notte al giorno calato in un incubo della durata di 12 anni. Drogato e derubato dei documenti; incatenato e venduto a un implacabile mercante di schiavi; imbarcato su una nave verso la Louisiana, finirà nelle mani di diversi proprietari terrieri, tra cui il mite William Ford ed il sadico Edwin Epps (Michael Fassbender). Solomon è alla mercè dei suoi aguzzini rifiutandosi di soccombere alla disperazione ed all'assurda sopraffazione di cui è vittima - "Non voglio sopravvivere, voglio vivere" -, aggrappandosi con tenacia al ricordo della famiglia lontana e ad una non sempre granitica certezza: tornerà ad essere un uomo libero.

I nazisti per soggiogare prima e cancellare poi gli ebrei, iniziarono a privarli di tutto e sopratutto del loro nome, tatuandoli nei campi di concentramento con numeri infami. Anche Solomon all'inizio del suo viaggio all'Inferno viene privato del proprio nome, scambiato erroneamente (?) con un tale Platt, schiavo in fuga dalla Georgia. Ed è dalla privazione del nome, degli avere ed infine degli affetti, il processo di dis-umanizzazione della persona, a cui Solomon è soggetto. Il suo valore è dato dalle libbre di cotone che riesce a raccogliere nei campi di lavoro; valore dato dai mercanti di schiavi e dai proprietari terrieri rappresentati come grigi burocrati, uomini d'affari, lontani da una certa dimensione di Male metafisico con cui sono entrati in un certo immaginario collettivo.

Gli schiavisti americani di Steve McQueen (Hunger, Shame)appaiono assai simili a quei criminali nazisti che la scrittrice Hanna Arendt nel saggio La banalità del male (da inviata del New Yorker a Gerusalemme per il processo contro il criminale nazista Otto Adolf Eichmann), descriveva non come un esercito di macellai, ma di grigi burocrati così simili se non uguali a noi.

12 anni schiavo prende spunto dalla vera storia del protagonista (di cui nel 2013 ricorreva il 160° anniversario della riconquistata libertà). Una storia su cui ci si concentra non sull'epilogo svelato dallo stesso titolo, ma dal percorso che il protagonista intraprendere per riconquistare la sua libertà e dignità. Un po' come quei viaggi in cui non è importante la meta finale ma il tragitto percorso.
Ed il tragitto del film, segue vie già percorse, situazioni già vissute, conflitti personali e psicologici già consumati in molti altri film sul “genere” (vedi l'attrazione/repulsione tra lo schiavista sadico e la giovane e produttiva schiava), ma ripresentati in forma elegante, hollywoodiana, sin troppo pulita ed edulcorata (fatta eccezione di un paio di scene di fustigazioni riprese in primissimo piano).

Difficile scindere il valore artistico del film da quello morale, trascurare l'assurdità di una vicenda personale resa in maniera esemplare ed esemplificativa. Resta la sensazione di un film onesto, a tratti commuovente, con un occhio furbetto allo spettacolo... troppo. [fabio melandri]


Interpreti
Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Paul Giamatti, Lupita Nyong'o, Brad Pitt, Benedict Cumberbatch,
Scoot McNairy, Michael Kenneth Williams, Adepero Oduye, Sarah Paulson
Produzione
River Road Entertainment, Regency Enterprises, River Road, Plan B, New Regency, Film4
Distribuzione
BiM Distribuzione
Uscita
20/02/2014
Nazione | Anno
USA | 2013
Genere | Durata
drammatico | 133'