Il clown malinconico

[fabio melandri]

Robin Williams in conferenza stampa a Roma

Lei continua a impegnarsi in film indipendenti (One Hour Photo, Final Cut), drammatici, malinconici ed anche comici. Le piace molto questo genere di film? E quale è la sfida che la attrae?
Mi piace avere a che fare con registi che abbaino un certo senso dell’umorismo. Un regista senza umorismo e come avere un direttore della fotografia cieco. Il fatto che io abbia fatto questi film più piccoli ed indipendenti significa che quelli più grossi non me li hanno offerti. La cosa più difficile quando fai questo genere di film è cercare di venderli, trovare qualcuno a cui farlo vedere... e grazie a Dio abbiamo oggi trovato questa sala in cui mostrarlo. Quando non hai un distributore sei come quelli che danno i volantini sulla 42esima strada “Andate a vederlo, andate a vedere questo film è fantastico...!!!”

Considera questo un film sulle follie che si fanno in nome dell’amore? E lei ha fatto follie per amore?
Certo, mi sono sposato! Riguardo al film è proprio questo il tema, per amore di lei lui è pronto e disposto a frodare a imbrogliare, perché convinto, sebbene non sappiamo esattamente cosa lei abbia, che se riesce a trovare i soldi e portarla via lontana in un posto più caldo, lei potrà stare meglio.

Lei ha fatto spesso film dove c’è un grande amore venato di malinconia. Perché scelgono sempre lei che ha iniziato come comico?
Io sono nato come comico. Il fatto che oggi si facciano film più malinconico dipende dal fatto che è cambiata l’atmosfera, lo stato d’animo dell’America è oggi malinconica inoltre mano a mano che cresci diventi più vecchio e quindi... io ho 54 anni!

Perché Hollywood la tiene lontana?
Perché vivo a San Francisco! In realtà sono io che tengo le distanze da lei. Amo andare in bicicletta durante il mio tempo libero e San Francisco mi permette di farlo. Puoi nello stesso tempo girare in città e poi allontanarti di 30/40 miglia e trovarti completamente da solo ed è un esercizio fisico fantastico.

Lei conosce la commedia italiana? Quale commedia o con quale autore le farebbe piacere lavorare?
Conosco e mi piace molto Roberto Benigni. E’ un grande comico con una vena politica che apprezzo molto e può prendere in giro il Papa tedesco, il Papa Panzer... pensate se invece il Papa fosse stato brasiliano che ballava la samba insieme alle suore... sai quanta gente tornerebbe in vaticano a quel punto... Oppure pensate ad un Papa di colore, un Papa africano nella papa mobile con gli altoparlanti a palla che predica con il rap...

Come è cambiato Robin Williams nel suo rapporto d’amore tra Good Morning Vietnam e questo ultimo film?
L’amore in The Big White è un amore molto stretto, molto forte. Lui ama sua moglie moltissimo. In Good Morning Vietnam l’amore è separato, diviso dalla cultura, dalla guerra, dalla lingua. E’ un amore che non riesce mai a procedere ad andare avanti, e i due protagonisti si lasciano esattamente come gli americani lasciarono il Vietnam... senza averlo mai capito realmente.

Lei ha debuttato nel mondo dello spettacolo con Mork & Mindy che ha avuto un grande successo in Italia. Vedendo molti attori prigionieri dei loro personaggi televisivi (Friends o Happy Days per esempio) non ha mai temuto di rimanere prigioniero del suo personaggio di Mork?
La paura non mi è venuta perché Mork & Mindy fu chiuso dopo soli quattro anni, prima che potesse diventare una serie. Se una serie supera i quattro anni hai la buona notizia di fare un sacco di soldi e la cattiva di rimanere irrimediabilmente intrappolato in quel ruolo. Il fatto positivo per me è che fu un grande successo interrotto in modo da consentirmi di fare altre cose... e poi penso che Ron Howard non se la passi così male... dopo Happy Days qualcosa da fare se lo è trovato, un lavoretto diciamo...

Nei suoi ultimi film da Insomnia a One Hour Photo ha affrontato personaggi dalla mente disturbata. Quanto c’è di questo nella figura del comico, nella sua esperienza personale per poter interpretare certi ruoli?
Mentre giravamo Risvegli ho avuto la fortuna di conoscere Oliver Sacks e da li siamo diventati amici. Mi ha presentato tutta una serie di persone insolite, affette da diversi tipi di disturbi mentali. Mi ha sempre affascinato il comportamento delle persone, sopratutto quelle affette da disturbi mentali ed in questo film il personaggio di Holly sembra soffrire della sindrome di Tourette ma non ne soffre sempre, ha un po’ i sintomi di vari tipi di problemi, ossessivo-compulsivo e via discorrendo e nessuno è completamente convinto della sua reale situazione dalla compagnia di assicurazione al suo stesso marito. La cosa importante quando affronti certi ruoli è essere il più precisi possibili, il più accurato e dettagliato possibile ed Oliver è un grande aiuto per me in questo. L’imprecisione va a danneggiare il personaggio ed il film arrivando anche a distruggerli.

A 54 anni dopo un'infinità di ruoli, non sente l’esigenza di realizzare un film come regista?
Assolutamente no. Ho lavorato con grandissimi registi e conosco la pressione. Ho lavorato con registi un po’ meno grandi e conosco la pressione... E’ un talento di cui dispongono alcuni attori, altri no... io non ho intenzione di andare ad esplorare questa potenzialità che potrei anche avere.
Attori che fanno i registi e poi i produttori a tonnellate ce ne sono, per esempio George Clooney che fa tutto e tutti...

Va ancora in giro a visitare le truppe?
Sono stato 3 volte in Afghanistan e 2 volte in Iraq. Ci vado per due ragioni. Primo perché penso che queste persone siano un pubblico fantastico ed poi perché voglio che non si sentano dimenticate. Non si parla più molto dell’Afghanistan ma anche li la guerra continua. Suppongo che non siano posti tranquilli, ma d’altra parte non vado in zone di guerra, sul fronte. Io visito solo le basi militari. Esibirsi davanti le truppe non significa essere per forza un sostenitore di Bush. Visitando l’Afghanistan ho avuto la sensazione che la situazione stia migliorando anche se, visitando solo le basi, è come giudicare New York dalla stazione di polizia del Bronx.

Da uomo di spettacolo come spiega la rielezione di Bush?
Hanno messo qualcosa nell’acqua... In realtà quello che è successo è installare la paura. Dopo quello che aveva combinato nei primi quattro anni tutti avrebbero dovuto chiedersi cosa sta facendo, cosa sta combinando quest’uomo. Se coinvolgi un uomo che conosce la guerra le cose non possono che peggiorare. La cosa più grave inoltre è che è stata ignorata completamente la verità. Dal punto di vista dell’economia ci sono almeno 4/5 cose che sono pazzesche, inspiegabili. Non c’è stata nessuna prova della presenza di armi di distruzioni di massa in Iraq ed anche Saddam Hussein quando è stato catturato sembrava più Nick Nolte che altro. Anche la situazione nel paese non è buona. L’inflazione è alle stelle, il sistema scolastico è allo sbando, il paese è al fallimento però non ce la passiamo male. Si è detto che questa guerra è stata combattuta per il petrolio. E’ un dato di fatto che oggi il petrolio costa 5 dollari al gallone. Penso che questa sia l’unica cosa che possa risvegliare gli americani, quando non potranno più guidare le loro grosse macchine e saranno costretti a utilizzare le utilitarie come si usano qui in Italia o in Francia dove c’è posto solo per papà, mamma, figlio ed un pacchetto di sigarette... ecco, questo li risveglierà.

Il Partito Democratico in America sta cercando il suo Schwarzenegger. Si candiderebbe mai, magari proprio contro di lui?
Penso che sia interessante avere un governatore tedesco in un paese fondamentalmente ispanico. Candidarmi contro Arnold? Se pensate che anche Clinton ha avuto i suoi problemi, penso che il mio passato mi perseguiterebbe. Tuttavia nella politica americana tutto è possibile, come abbiamo visto con Arnold, Sonny Bono, ma anche voi non scherzate con Cicciolina...