anno 1
numero 3
novembre 2004

Diario di bordo

[jacopo angiolini]

"Ho visto cose che voi umani non potreste mai immaginare" durante la 61a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
Ho visto accreditati cinema (la base del popolo del Festival) fare file di ore sotto il sole per accaparrarrarsi la magica tesserina - al modico prezzo di Euro 40 - che ti apre le porte dei sogni; li ho visti in fila ore e ore prima dell'inizio delle proiezioni in compagnia di un caffè, un giornale, un libro aspettare pazientemente che in sala accedessero accreditati stampa, media, industry e sperare che rimanessero posti vuoti a premiare la loro paziente attesa.

Ho visto Johnny Depp fare le 2 di notte per la proiezione del suo film in Sala Grande, per un mostruoso ritardo del programma; ho visto Quentin Tarantino e Joe Dante resistere
in sala sino a notte fonda in compagnia di un piccolo

esercito di appassionati ad assistere a film come La mala ordina di Fernando Di Leo, Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato, Orgasmo di Umberto Lenzi; ho visto Spike Lee conversare amabilmente con Gianni Ippoliti ed indossare improbabili vestiti anni 70; ho visto inaccessibili feste on-the-beach per i papaveri e papere dello star system italiota.
Ho visto gente spendere cifre da “mille e una notte” per azzannare voracemente panini dai nomi da “mille e una notte” Tom Ham e Basil Instinct; ho visto aspiranti soubrette, veline, valette accompagnare attempati uomini in smoking; ho visto Marina Ripa di Meana ospitare tra le sue folte chiome pennuti di stoffa a corredo di vestiti che farebbero invidia a Carmen Miranda; ho visto uomini e donne trascinarsi a furia di caffè neri, macchiati, decaffeinati, corretti per reggere il ritmo di 5/6 film al giorno dalle 8.30 di mattina a mezzanotte inoltrata; ho visto gente ubriaca all'anteprima del film Donnie Darko portata via a forza dalla security, altri ancora cadere catalettici sulle comode poltrone del Palazzo del Cinema; ho visto proiezioni interrompersi per l'errato montaggio di un rullo del film A all'interno del film B (Eros di Wong Kar-Wai, Steven Sodebergh, Michelangelo Antonioni); ho visto lo spazio Ippoliti arricchirsi giornalmente di messaggi, commenti via via sempre più sarcastici ed ironici sulla vita da Festival e sui film da stroncare (il più votato: Ovunque sei di Michele Placido).
Ho visto ma anche sentito le risate sguaiate di Tarantino alle proiezioni; ho sentito l'amore per il cinema manifestarsi nelle parole di commento degli accreditati durante le proiezioni e all'uscita delle sale; ho sentito le reazioni scomposte a tratti isteriche di registi alla stroncatura della critica; ho sentito le proteste e rivendicazioni dei no-global appostati sulla spiaggia di San Niccolò con il loro controfestival (ospiti Tim Robbins, Naomi Klein).
Ma soprattutto ho visto piccoli e grandi capolavori; alcuni prossimamente nelle sale cinematografiche, altri che in mancanza di un distributore rimarranno confinati nelle memorie di pochi fortunati. Ma se la speranza è l'ultima a morire, aguzzate la vista e tenete d'occhio quei piccoli spazi alternativi, quelle intercapedini della programmazione cinematografica italiana di cineclub, cineforum e reti televisive satellitari. Qualche cinefilo o dirigente illuminato potrebbe regalarvi un insperato biglietto per un viaggio verso territori inesplorati e linguaggi originali.