Il sacro Graal nella letteratura
[aurora capoferro ronchetta]

Per chi non fraintenda
narra la leggenda…

incipit della versione italiana della canzone dei Mecano
“Hijo de la luna” (Figlio della luna)

Nella letteratura e nel cinema di oggi il tema del Graal è stato riutilizzato in mille modi.
Come l’utente televisivo sa riconoscere un servizio su quest’argomento corredato da autentiche citazioni letterarie e storiche, alla stessa maniera il lettore esperto non avrà problemi a riconoscere la differenza fra un romanzo fatto per sognare ed uno nato, principalmente, al solo scopo di emergere, ma non quello di rispettare la verità. Sicuramente nessuno ha raccolto, punto per punto, la leggenda del Graal dal film (per altro spassosissimo) di Indiana Jones e l’ultima Crociata, dove, più dei misteri cristiani, a colpire la fantasia del pubblico è senza dubbio la mirabile recitazione di uno Sean Connery e di un Harrison Ford. Siamo davanti ad un film delizioso, dove i templari sono in fondo elemento marginale e dove l’assurdo ci è posto davanti come tale (c’è forse qualcuno che ha visto in giro templari nascosti che venivano cercati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale?). Allo stesso modo i lettori più ferventi di Umberto Eco non si sono certo lasciati sconvolgere dal Gradale di Baudolino (la ciotola di suo padre, ben pulita, che fra mille controversie finisce per avere, a modo suo, una funzione magica, collegabile, seppur alla lontana, a quella che aveva il Graal sull’unione dei cavalieri), anzi: Baudolino, attraverso la sua combinazione d’innocenza e d’ironia ci conduce al più alto scetticismo sul Graal.
D’altronde, da Eco, c’era d’aspettarsi un lungo percorso costituito da fabulae che avrebbe condotto, alla fine, ad un accostamento fra il dolce e l’agro, il tutto in 526 bellissime pagine dove si alternano l’assurdo del grottesco medievale, una buona dose di divertimento ed un pizzico di poesia, seminascosta sul fondo della storia. Soprattutto, un libro così totalmente fantastico è inaspettatamente pieno di riferimenti storici precisi (la battaglia di Legnano e tutto il contesto storico sono curati in maniera pressoché impeccabile).
La leggenda, messa in parodia, manipolata, può essere anche fresca fonte di divertimento, certo privata di tutto il lavoro introspettivo fatto da altri scrittori come Clara Miccinelli e Carlo Animato nel libro Nerofumo. La doppia ombra del gesuita maledetto (Sperling & Kupfer editori) ma che rimane comunque racconto, innocue fiaba. Innocue, perché non ha il grave difetto di confondere le idee, bensì l’enorme pregio di saper strappare un sorriso.