Vedere le parole
Titolo originale
Vedere le parole
Autore
Vittorio Sgarbi
Anno
2005
Editore
Tascabili Bompiani

Parlare è da sempre il mezzo migliore per esprimersi e per rendere partecipe un’altra persona dei nostri pensieri, delle nostre sensazioni o più semplicemente delle nostre paure. La comunicazione è diretta quando vi è un ascoltatore attento che non perde occasione per catturare le frasi migliori e per analizzare il senso delle parole. Ascoltare è una caratteristica dei sapienti e dei curiosi, saper captare nell’aria le particelle di sapere è affare assai raro e difficile. Le frasi si districano e arrivano alla nostra mente in svariati modi, alle volte partendo da uno scritto altre volte guardando un quadro di rara bellezza. Il bello è un canale importante per la comunicazione e questo lo sa molto bene il famoso critico d’arte Vittorio Sgarbi, che nei suoi scritti ci riporta vissuto, filosofia e perle d’arte. Critico attento, il ferrarese non lascia possibilità di distrarsi e segue il filo dei suoi pensieri come se ci stesse parlando direttamente, come se nulla turbasse le sue parole. Lo scritto Vedere le parole. La scrittura d’arte da Vasari a Longhi è un saggio di rara pacatezza e dotato di una vellutata critica personale che investe non solo la storia dell’arte ma anche la nostra personale capacità di vedere il mondo ed il bello. Un quadro in fondo è uno strumento di comprensione e ci testimonia come l’artista abbia voluto comunicarci una sensazione oppure un mondo a noi sconosciuto. Sgarbi non usa mezze misure, le parole sbocciano dai quadri, nascono e si rigenerano continuamente, come se un libro si scrivesse da solo per sempre. Le pitture parlano e ci testimoniano non solo epoche o periodi ormai scomparsi, ma anche tendenze artistiche, pensieri e volontà di artisti che hanno fatto e che continuano a fare la storia dell’arte. Una Pietà di Giovanni Bellini cosa può raccontare ai giorni nostri?. Non solo una storia o una testimonianza biblica ma anche un amore ed una passione incarnate nella donna che guarda Gesù e lo sgomento quasi mistico dell’uomo che non sa capacitarsi dell’accaduto. Si pensi a La Gioconda di Leonardo da Vinci, quante parole ha da dire, quanti pensieri ha da esprimere e soprattutto quanti dubbi ha suscitato nella mente dei visitatori?. Le parole nell’arte secondo Sgarbi esprimono anche la personalità del creatore dell’opera, uomo sconosciuto e misterioso che con tecnica, inventiva e capacità crea la bellezza, la modella e la cambia a suo piacimento facendoci pensare e comunicandoci una grandezza che noi possiamo solo immaginare. Il libro è strutturato in tre semplicissime parti: la parola viva che ci testimonia la bellezza, la difficoltà e il mistero che vi è dietro ogni frase; Il linguaggio applicato dove l’arte e la parola si fondono per dare modo a noi spettatori di apprendere ed infine variazioni sul tema, piccole divagazioni a metà strada fra il filosofico, l’arte e il vissuto, criticamente analizzate dall’intellettuale ferrarese. Il testo di Sgarbi edito dalla prestigiosa casa editrice Bompiani è un saggio che si legge velocemente ma con attenzione, le frasi sono semplici ma acute e il tutto è condito da alcune immagini di opere d’arte che meglio fanno capire il significato delle parole di Vittorio. La critica profonda di questo libro fa emergere in ognuno di noi una nuova coscienza ed un nuovo desiderio di imparare, senza pregiudizi o barriere mentali, sapendo discernere tra il bello ed il brutto, ma soprattutto con la capacità personale di analizzare un libro, un’opera d’arte, uno spettacolo, perché la parola è ovunque, basta saperla cogliere. [alessio moitre ]

Vittorio Sgarbi si dedica agli studi filosofici ed artistici conseguendo la laurea in Filosofia con specializzazione in storia dell’arte all’Università di Bologna. Saggista e conduttore televisivo , ha scritto moltissime opere di grande interesse come Carpaccio (1979, pubblicato anche negli Stati Uniti da Abbeville e in Francia da Liana Levi), Palladio e la Maniera. I pittori vicentini del '500 e i collaboratori del Palladio, 1530-1630 (1980), Pietro Longhi. I dipinti di Palazzo Leoni Montanari (1982), Gnoli (1983, Premio Acquasparta), Tutti i musei d’Italia (1984), Il sogno della pittura (1985, Premio Estense), Antonio da Crevalcore e la pittura ferrarese del Quattrocento a Bologna (1985), Mattioli (1987), Soutine (1988), Storia Universale dell’arte (1988), Lezioni private (1996), A regola d’arte (1998), La casa dell’anima (1999).
Ha pubblicato con Rizzoli Davanti all’immagine (1989, Premio Bancarella 1990), Il pensiero segreto (1990), Dell’Italia. Uomini e luoghi (1991, Premio Fregene), Gli immortali (1998), Notte e giorno d’intorno girando (1998), Le tenebre e la rosa (2000), Percorsi perversi (2001), Parmigianino (2003), Un paese sfigurato (2003), Andrea Palladio. La luce della ragione. Esempi di vita in villa dal XIV al XVIII secolo (2004). Per le edizioni Bompiani ha pubblicato Roma: dizionario dei monumenti italiani e dei loro autori (1991), Il bene e il bello (2002), Dell’anima (2004), Ragione e passione (2005), Vedere le parole. La scrittura d’arte da Vasari a Longhi (2005). È soprintendente ai beni culturali ed artistici di Venezia e collabora con svariate riviste d’arte e di moda. È stato eletto al Parlamento italiano nel 1992 e nel 2001 e al Parlamento europeo nel 1999. È stato sottosegretario ai beni culturali.