Un ragazzo
Titolo originale
About a Boy
Autore
Nick Hornby
Anno
1988
Editore
Guanda
Terzo romanzo di Nick Hornby, scrittore inglese della nuova generazione, che già si era fatto notare nel 1992 per il suo primo libro, Febbre a 90, una specie di autobiografia raccontata attraverso le partite dell'Arsenal, e successivamente con Alta fedeltà edito nel 1993, entrambi best seller ed entrambi usati come trame degli omonimi film. Il titolo parla di “un ragazzo”, cioè del dodicenne Marcus, che ha i suoi problemi nell'affacciarsi alla vita fra conflitti a scuola ed una madre instabile, ma anche di Will trentottenne ricco e superficiale, emblema del single ancora immaturo e annoiato, per cui il fine del proprio benessere giustifica ogni mezzo, anche il meno nobile per raggiungerlo. Chi è poi il ragazzo dei due? L'incontro fra i due protagonisti genererà qualche cosa di totalmente inaspettato da parte di entrambi, nonostante le varie vicissitudini della vita ed i continui tentativi da parte di Will di sottrarsi a qualsiasi tipo di responsabilità. La trama, per quanto semplice, offre numerosi spunti di analisi introspettiva sui valori della vita, soprattutto nel coniugare i valori con le necessità pratiche. L'autore è diretto e tremendamente sincero nel presentare i personaggi nei loro aspetti maniacali della quotidianità. In una intervista del 2001 Hornby ha affermato: “Un numero enorme di persone ha problemi, per un verso o per l'altro, la gente si sente persa e alienata, gira a vuoto, intrappolata nel lavoro sbagliato, nella relazione sbagliata. È una sensazione così diffusa che forse non è corretto parlare di problemi comportamentali, forse sentirsi così significa solo essere umani”.
Infatti in questo romanzo l’autore stesso si riconosce e ci fa riconoscere, si descrive e ci descrive nelle nostre manie, nelle nostre debolezze, in quelle difficoltà che ognuno di noi combatte nella vita di tutti i giorni. Nel suo stile leggero e piacevole, disimpegnato e vivace, Hornby trascina il lettore rendendolo partecipe e ne cattura l'attenzione fino alla fine del romanzo. Unica delusione, del tutto voluta, è il ricondurre alla “normalità”, è l'integrare, inteso nel mondo moderno come una vittoria che alla fine si rivela come una sconfitta. Dal libro è stato tratto l’omonimo film di grande successo.
[simonetta cestarelli]