Nuovi poeti americani
Titolo
Nuovi poeti americani
Curatrice
Elisa Biagini
Anno
2006
Editore
Einaudi
Pagine
293

Esiste al di là dell’Oceano un microcosmo poetico di rara audacia formato da poeti a noi praticamente sconosciuti.
Il sogno americano ormai non è più affar nostro, è stato distrutto da illusioni troppo amare per essere false.
Dopo la beat generation è nata una nuova America, quella di strada che esalta musica raffinata come il Jazz e che si perde nelle notti newyorchesi o che mostra il suo lato da street (strada) e da Bronx dove tutto è lecito.
Non vi sono intellettualismi nei nuovi poeti americani, solo un po’ di senso dello snob,
del ricercato anche se le parole sono semplici e fisiche (come più volte sottolinea la straordinaria curatrice di questa edizione, Elisa Biagini).
Molte donne, segno inequivocabile dei tempi (Louise Gluck e Lucille Clifton su tutte) e qualche vecchio maestro (alludo a Robert Pinsky) per incarnare gli ultimi quindici anni di poesia d’oltreoceano.
Alcuni versi sembrano prendere vita da un film di Tarantino e non tardano a presentare la loro crudezza come un elemento essenziale della vita di un uomo, anche se in punto di morte.

Morte e morale

Il morire di mio padre non è cosa malvagia.
Non è un bene e non è un male,
è al di fuori del mondo morale, completamente.
Quando le infermiere svuotano il sacchetto del suo catetere,
versando il pallido, ambrato liquido
nella tazza graduata dell’ospedale, non è
né bene né male, è solo
il corpo. Anche il suo dolore, quando il viso
si contrae, e la bocca fa come uno schiocco risucchio
quando le mascelle arretrano
non è qualcosa di cattivo, nessuno gli sta facendo questo,
non c’è colpa e non c’è vergogna,
c’è solo piacere e dolore. Questo
è il mondo dove ha vita di sesso, il mondo
dei nervi, il mondo senza chiesa,
noi lo baciamo in questo luogo, gli pettiniamo indietro i capelli
ingelatinati, sua moglie e io, una
per lato, puliamo il rivolo di
saliva come argilla d’avorio dal lato della sua bocca.
Il suo corpo sente che ci occupiamo di lui
fuori dal mondo della morale, come se
facessimo l’amore con li nei boschi
e sentissimo, lontano, in un campo,
gli inni distanti di un raduno,
più piccoli delle più piccole gocce di rugiada
dei boschi verde scuro sul suo corpo mentre ci abbassiamo per toccarlo.

Sharon Olds

Altri versi profumano di essenza europea e ti sembra strano, anormale che un americano possa riferire di sensazioni simili alle nostre, quasi come se noi fossimo unici nel creato.

Perché certa gente è arrabbiata con me qualche volta

mi chiedo di ricordare
ma vogliono che io ricordi
i loro ricordi
e io continuo a ricordare
i miei

Lucile Clifton


Tutti i poeti sono legati fra di loro, lo si avverte e forse è per questo che si spazia con estrema facilità , come se fossimo in un campo aperto, si respira aria nuova, non necessariamente pulita perché lo si sa bene che il mondo è globalizzato ormai, anche nei mali.
Questa nuova poesia americana stupisce per l’originalità dei contributi e perché ha saputo riadoperare pensieri nazionali per esprimere concetti universali.
Poesia, in poche parole.
[alessio moitre]

 


Rientrata in Italia, dopo essersi laureata ed aver insegnato per lunghi anni negli Stati Uniti, ha pubblicato alcuni scritti poetici tradotti in numerose lingue, ricordiamo titoli come L’ospite ( 2004 ),Fiato. Parole per musica ( 2006 ).
Da vari anni traduce testi soprattutto di origine americana , il suo lavoro migliore è il testo Nuovi poeti americani ( 2006 ).