Quando finisce un libro, un buon libro, solitamente si hanno due sentimenti contrastanti: compiacimento ed amarezza.

Inutile dire a cosa si riferiscono, ma è quello che succede quando ci si imbatte ne “Il club degli incorreggibili ottimisti” di Jean-Michel Guenassia, avvocato che ha abbandonato la professione per amore della scrittura. Un classico viaggio nel tempo, nella Parigi degli anni ’50, città già cosmopolita che, uscita dalla guerra con tutto l’orgoglio tipicamente francese, si presenta al lettore nel pieno di una rinascita da un periodo oscuro. E proprio da quelle macerie fiorisce una nuova generazione del quale fa parte il protagonista, un ragazzo di 11 anni, Michel Marini, metà francese, metà italiano, figlio di quella borghesia che vuole il proprio riscatto sociale ed economico. Il suo affacciarsi al “nuovo mondo” significa rapportarsi con una realtà comune a quell’epoca, come in quelle più recenti, fatta di rifugiati che da sempre trovano ospitalità nella libertaria società francese.

Igor, Leonid, Imre, Pavel, Tibor, Sasa, sono gli uomini che Michel, frequentatore del bistrò Balto dove si esibisce in appassionate partite a calcio balilla, incrocia un giorno oltrepassando la tenda che divide il locale da una zona particolare: il club degli scacchi. E quello che incontra è un mondo strano, a tratti assurdo, fatto di personaggi con alle spalle storie incredibilmente feroci tanto da suscitare incredulità nell’uditore. Profughi dell’Est Europa, fuggiti da una realtà che li ha visti prima protagonisti e poi vittime: quel comunismo in cui, da incorreggibili ottimisti, credono ancora, ma che ha lasciato su di loro ferite difficili da rimarginare. E proprio le loro storie, fatte di fughe, di amori impossibili, di famiglie abbandonate nel cuore della notte per sfuggire alla repressione del regime sovietico, di interminabili partite a scacchi, di barzellette su Stalin, inevitabilmente andranno ad influenzare le scelte di Michel nel suo passaggio all’età adulta.

Impossibile non simpatizzare con quegli uomini cosi disgraziatamente ottimisti; impossibile non fare proprie le loro tragedie e le loro sconfitte, convinti che debbano meritare un’altra opportunità, la stessa che viene offerta a Michel, per non vivere in quel limbo di vita che li ha visti sconfitti, ma tenacemente attaccati al bisogno di un riscatto, di un posto in un mondo in pieno fermento, condito di rock and roll, di filosofia, di quello spirito esistenziale animato da Sarte e Kessel, di nuove frontiere spazio-temporali da esplorare, perché “quello che per loro contava nella Terra promessa non era la terra. Era la promessa”.

TitoloIl club degli incorreggibili ottimisti
AutoreJean Michel Guenassia
GenereNarrativa straniera
Anno2010
Casa editriceSalani Editore
Pagine700
Prezzo18,60