Ma chi l’ha detto che gli uomini sono il “sesso forte”? Boccaccio no di certo. Le donne del “Decamerone” sono coraggiose e intraprendenti, astute e determinate. Fanno la prima mossa, amano profondamente ma dimostrano anche grande indipendenza, desiderano e agiscono, si sentono perfino legittimate a tradire il marito, se questi non è in grado di soddisfarle.

Ecco allora Pietro di Vinciolo che si lascia convincere dalla moglie a realizzare un ménage à trois con l’amante di lei, le monache del convento che se la spassano con Masetto credendolo muto, Madonna Filippa che di fronte al podestà dice di aver commesso adulterio per non sprecare la libido in eccesso, Lisabetta da Messina che dissotterra la testa dell’amato ucciso dai fratelli, la moglie di Tofano che prima punisce la gelosia del marito trovandosi un amante e poi riesce anche a chiuderlo fuori di casa. Nel migliore dei casi, quando non finisce cornuto e mazziato, ingannato o vittima di un efferato delitto, l’uomo appare comunque passivo, tonto o succube.

Queste, ed altre, sono le storie tutte al femminile che Velia Viti e Maria Antonia Fama hanno selezionato per lo spettacolo “Vaghe donne”, traendo ispirazione dalle novelle del Boccaccio. Passando dalle pagine del Medioevo al teatro contemporaneo, sembra non sia cambiato poi molto; anche sul palco la presenza virile ricopre un ruolo accessorio: Maurizio Minnucci è il musicista spaesato con la faccia da “bamboccione”, l’attore alle prime armi che gioca a farsi prendere in giro. Unica padrona del palco è Maria Antonia Fama: con l’ausilio di stoffe damascate e sagome che citano Piero della Francesca e Antonello da Messina, l’attrice recita e legge, canta e piange, impersonando tutte le voci, comprese quelle maschili.

La prosa boccaccesca è articolata e complessa, non così facile da seguire per l’orecchio contemporaneo. In questo adattamento la Fama sa porgere allo spettatore il linguaggio delle novelle in maniera comprensibile e godibile, dandone un’interpretazione convincente, sia pure con qualche lungaggine di troppo.

TitoloVaghe Donne. L’Amore ai tempi della Peste
RegiaVelia Viti
MusicheMaurizio Minnucci
InterpretiMaria Antonia Fama e Maurizio Minnucci
Durata50'
Applausi del pubblicoRipetuti
CompagniaManaus Opera
In scenaRoma Fringe Festival 2015 - 31 maggio 22.00 – 3 giugno 23.30 – 5 giugno 20.30 – Palco A - Parco Adriano, giardini di Castel Sant'Angelo, Roma