Io Sono Solo Amleto

L’Amleto riscritto a otto mani, una performance lgbt (a 50 anni dai Moti di Stonewall) e l’anteprima ‘virtuale’ di Freetime: dal 27 al 29 settembre a Viterbo per Quartieri dell’Arte 2019, tra contemporaneità e Rinascimento.

Ven 27 settembre ore 21- Giardini di Ararat – Viterbo IO SONO. SOLO. AMLETO

Come si fa a “uccidere un padre che è già morto”, che di vendicarlo proprio non si ha voglia? Bisogna davvero “ereditarne il nome” e seguirne i passi sulla terra, o risolversi a lasciarlo riposare in quella terra e seguire i propri passi rischiando pure di sparire? Da queste e da altre domande ancora, l’interprete di Amleto parte per indagare i propri confini. E così, in questo non-luogo, misterioso e di passaggio, sono destinati a sprofondare alcuni personaggi dell’Amleto, ognuno portatore di un tema e di una rinnovata visione sulla vita e sulla morte, ognuno interpretato dallo stesso attore, Solo. Il progetto parte dal testo shakespeariano per attraversare i dubbi che fondano il nostro tempo: dal rapporto tra padri e figli alla relazione tra leader e società, dalle dinamiche di potere, sia nella dimensione pubblica che in quella privata, alla ricerca di una giustizia che si specchia nella vendetta. Il mito di Amleto incarna perfettamente il travaglio della crisi di conoscenza contemporanea. Siamo noi a essere Amleto: sopraffatti dal Pensiero, impossibilitati all’Azione. La drammaturgia, la recitazione e la regia collaborano a esplorare zone di confine, tra attore e personaggio, tra palco e platea, realtà e finzione, prendendosi il rischio di provare a conquistare l’essere, lo stare. Una ricerca tra la prontezza e l’azione. Una riflessione sull’Identità. La Solitudine. L’Arte. Io sono. Solo. Amleto.

Marco Cacciola, nel 1999 si diploma all’Accademia dei Filodrammatici di Milano e lo stesso anno vince il premio come miglior attore alla VI Rassegna Nazionale delle Accademie e Scuole di Teatro. Negli anni successivi studia ancora con Danio Manfredini, Peter Clough, Monique Arnaud, Peter Brook, Bruce Myers, Sotigui Kouyaté. Come attore il suo percorso artistico è stato legato per più di 10 anni ad Antonio Latella, sotto la cui direzione ha preso parte a molti spettacoli in Italia e all’estero (Lione, Barcellona, Skopje, Lille, Hannover, Lisbona, Parigi, Colonia, Berlino). Ha lavorato anche con Guido De Monticelli, Bruno Fornasari, Andrée Ruth Shammah, Stefano Tomassini, Elio De Capitani, Ferdinando Bruni, Corrado Accordino, Sergio Fantoni, Ottavia Piccolo, Claudio Autelli, Giorgio Albertazzi, Konstantin Bogomolov. Nel 2010 fonda, insieme a Michelangelo Dalisi e Francesco Villano, la Compagnia indipendente InBalìa. Firma diversi spettacoli come regista e come autore, con cui ottiene premi e riconoscimenti.

Sab 28 settembre ore 17.00/ore 01.30 – Vitorchiano ELVIS. JACK. JUDY Una performance in occasione del 50° anniversario dei Moti di Stonewall.

Una coloratissima installazione, sarà animata per otto ore consecutive da musiche e video a tema, per ricordare la notte fra il 27 e il 28 giugno 1969, quando la polizia di New York irruppe allo Stonewall Inn, uno dei bar gay più famosi della città, punto di riferimento per tutta la comunità lgbt della Grande Mela. Iniziarono così – in un piccolo locale di Cristopher Street, al centro del Greenwich Village –  i Moti di Stonewall, considerati il momento che segnò la nascita del movimento di liberazione gay in tutto il mondo.

Dom 29 settembre ore 17- Museo Civico – Viterbo FREETIME VIRTUAL EXPERIMENT, performance ideata da Gian Maria Cervo a partire da FREETIME di Gian Maria Cervo e dei Fratelli Presnyakov

Può un’opera del Rinascimento ispirare una farsa postmoderna e contemporanea? Questo è quanto Gian Maria Cervo e i Fratelli Presnyakov tenteranno di dimostrare attraverso questa performance-visita creativa che racconta sia la gestazione di una loro commedia, sia il Museo Civico di Viterbo e il Duomo di Orvieto.