Yo-Yo Ma e i musicisti della Via della Seta

«Per cambiare il mondo devi fare un po’ di rumore» recita il sottotitolo del film Yo-Yo Ma e I musicisti della Via della Seta – The Music of Strangers. Ed effettivamente il Silk Road Ensamble, gruppo di artisti fondato vent’anni fa dal violoncellista Yo-Yo Ma raggiunge lo scopo: rumore celestiale per risvegliare le coscienze. Certo, non è il rumore che disturba o appiattisce i sensi: è il vellutato, coinvolgente e armonioso suono di un ensamble di professionisti, provenienti da tutto il mondo.

La locandina

La storia raccontata dal documentario diretto da Morgan Neville prende forma nel 2000, anno in cui Yo-Yo Ma (uno dei violoncellisti più venduti nel panorama della musica classica) riunisce a Lennox per la prima volta più di 50 tra i migliori musicisti provenienti dalle terre che in passato formavano la Via della Seta. Da quella collaborazione nasce la voglia e l’idea di istituire un’organizzazione con musicisti ed artisti per esplorare i temi della connessione culturale. È il ritratto di questo esperimento rivoluzionario, alla ricerca dei legami ‘musicali’ che collegano l’umanità intera, attraverso i suoni del violoncello, il clarinetto, il banjo, l’oud arabo, la pipa cinese e il kamancheh persiano. Oltre alla musica, la cinepresa di Neville si è concentrata narrativamente sulle storie di quattro membri in particolare, provenienti da Cina (Wu Man, suonatrice di pipa), Iran (Kayhan Kalhor che suona il kamancheh), Siria (Kinan Azmeh, clarinettista) e Spagna (Cristina Pato, suonatrice di gaita).

Tra immagini di repertorio e riprese dal vivo delle performance in giro per il mondo, Neville racconta il loro viaggio. «Tutti sappiamo – dichiara il regista – che la musica è un linguaggio internazionale capace di creare ponti tra le persone. Ma ciò che mi chiedo è cosa significa esattamente e in quale modo si creano tali legami? Yo-Yo ha intrapreso un viaggio ventennale per provare a scoprire in che modo è possibile utilizzare la musica per far sì che il mondo sia un posto migliore. Volevo accompagnarlo in questo suo incredibile cammino e vedere cosa potevo fare di concreto».