Pochi sono stati i film presentati all’ultima Mostra del cinema di Venezia che hanno ottenuto il consenso di tutti e “Non essere cattivo” è uno di quei pochi. L’intensità della storia e l’interpretazione straordinaria degli attori hanno colpito ed emozionato pubblico e critica tanto che in molti si sono chiesti del perché il film non fosse in concorso. Lasciati i panni da attore, Valerio Mastandrea, produttore del film, ha fortemente creduto in questo progetto, portandolo a termine dopo la scomparsa nel maggio scorso dell’amico regista Claudio Caligari. Un’impresa che Mastandrea stesso definisce “eroica” per la giusta consacrazione di uno di quei registi da sempre considerati un outsider del panorama cinematografico italiano.

Come in “Amore Tossico” e “L’odore della notte”, ormai film culto, Caligari racconta di una generazione ai margini della società, in cui la piccola criminalità e l’uso di droghe sono all’ordine del giorno per non-essere-cattivola sopravvivenza stessa, senza però mai perdere di vista i valori importanti della vita, quali l’amicizia e la famiglia.

Non essere cattivo” è infatti la storia commovente, ma mai patetica, di Cesare (Luca Marinelli) e Vittorio (Alessandro Borghi), due ventenni legati da un’amicizia profonda, che cercano di trovare la propria strada tra spaccio, uso di pasticche, cocaina e piccoli furti, sullo sfondo del lungomare di Ostia degli anni Novanta.

Cesare, temperamento impulsivo, vive con la madre e la nipotina, malata di Aids e orfana di mamma, morta per la stessa malattia. Per mantenerle, Cesare spaccia, ruba, truffa, aiutato dall’amico di sempre.
Con il passare del tempo, però Vittorio comincia a desiderare una vita diversa, e quando incontra Linda con suo figlio, inizia concretamente a volere qualcosa di diverso per il suo futuro, e decide quindi di abbandonare le sue vecchie “abitudini”.

Cesare e Vittorio si conoscono da sempre, si completano. Hanno condiviso tutto, vissuto insieme notti sbandate fatte di alcool esagerato, pasticche, spaccio di cocaina e furti. Sono fratelli nell’anima, ma con il tempo, anime sempre più diverse, legate però da un qualcosa di indistruttibile, anche se il futuro per loro preserva un destino molto diverso.