La mia vita è uno zoo

Il giornalista Benjamin Mee (Matt Damon) ha sempre raccontato le sfide e le avventure vissute da altri. È un giornalista. Ma diventato vedovo da soli sei mesi, ora deve trovare un modo per dimenticare l’amata moglie e per dare una nuova ragione di vita ai suoi due figli, il 14enne problematico Dylan e la piccola Rosie. Lascia il lavoro e si mette in cerca di un cambiamento.

Di tutte le idee che possono venire in mente, Cameron Crowe ne trova una davvero insolita: trasferirsi in una casa di dodici stanze con inclusa la proprietà dell’immenso Dartmoor Wildlife Park, riserva naturale in cui dimorano duecento animali selvatici. In altre parole in uno zoo. La sfida consiste nella possibilità di farlo riaprire in tempo per l’inaugurazione annuale. Ad aiutarli un ridotto all’osso ma partecipe staff, capeggiato dalla responsabile Kelly Foster (Scarlett Johansson meno diva del solito).

Il film, tratto dal libro di Benjamin Mee ex-redattore del “The Guardian”, che ha raccontato la sua esperienza personale e familiare, è dedicato a chi ama gli animali e alle famiglie. Crowe cambia genere e dalle band anni Settanta passa ai buoni sentimenti familiari. Stupisce vedere Damon immerso nel mondo agreste ma, a parte qualche sbavatura e un’atmosfera da telefilm anni Settanta, la pellicola scorre leggera verso l’happy end.