Camminano a quattro zampe ed emettono suoni selvaggi e spaventosi; si muovono agilmente come se fossero delle bestie o molto di più. Ma loro sono solo due bambine ancora molto piccole, scampate per caso alla furia assassina del padre che, dopo aver ucciso la moglie, rapisce le figlie Victoria e Lilly, le porta in una baita spersa nel bosco e qui tenta di ucciderle. Ma qualcuno anticiperà il killer, fermandolo quando sta per sparare alla figlia maggiore Victoria. L’atmosfera è tinta di azzurro e fuori la finestra nevica. La piccola ed ignara Victoria continua a chiamare invano il padre, ingoiato dal buio. All’insaputa di tutti, le due bambine continueranno a vivere in quella casa, la loro vita di allora ci sarà raccontata da una specie di storyboard creato da mani infantili. Victoria si prenderà cura della sorellina Lilly, si nutriranno di ciliege e saranno circondate di falene. Entrambe sembrano cavarsela.
madre locCinque anni più tardi Victoria e Lilly saranno ritrovate e date in affidamento allo zio che non aveva mai smesso di cercarle e alla sua fidanzata, membro di una rock band che non riesce ad accogliere a cuor leggero la nuova responsabilità. Tanto più che le bambine sembrano indomabili e soprattutto hanno una storia inquietante da raccontare. In quei cinque anni qualcuno si è preso cura di loro, qualcuno dall’identità oscura che ora non sembra voglia separarsene. Mamma è un essere maligno molto materno e molto geloso che terrorizza la vita di tutti, capace di cambiare forma e di essere ovunque, intenta a proteggere Victoria e la piccola Lilly dal giorno in cui il loro papà stava per ucciderle.

Si parte da una storia molto attraente, gli elementi ci sono tutti: il dramma umano, la famiglia da proteggere, la maternità ed il punto di vista infantile, il padre esaurito, la madre morta, la zia ricca, lo zio dissoluto e per finire il mostro. Tutto immerso in una atmosfera curata da una attenta fotografia. Fino ad arrivare ad un finale melò.
Ma la struttura narrativa che dapprima ci incolla allo schermo, devolve via via in una serie di scene scontate e senza brivido su un terreno già calpestato da altre storie di fantasmi a basso budget. Il prolungamento dei tempi con l’intento di aumentare la suspense, per un po’ raggiunge l’obiettivo ed ha il pregio di non annoiare, poi tutto scema quando ci si rende conto di non trovarsi davanti a nulla di nuovo. Mamma che dapprima è solo una macchia veloce che vola e che striscia, non abbandona quasi mai la scena, avremo un fantasma che si nasconde nelle pareti, nell’armadio e sotto al letto e proprio per questo non riuscirà mai a dominarla.
Infine la rivelazione dei retroscena della triste storia di Mamma non ha alcuna risonanza psicologica e neppure i personaggi intervengono, la dove l’horror necessita di protagonisti di carattere. Quando finalmente vedremo Mamma negli occhi, pronti a trasalire, saremo invece catapultati in un fantasy di nuovo dai toni blu, che non lascerà spazio ne alla compassione ne alla paura.

Titolo italianoLa madre
Titolo originaleMama
RegiaAndres Muschietti
SceneggiaturaAndres Muschietti, Neil Cross
FotografiaAntonio Riestra
MontaggioMichele Conroy
ScenografiaAnastasia Masaro
CostumiLuis Sequeira
MusicaFernando Velázquez
CastJessica Chastain, Nikolaj Coster-Waldau, Megan Charpentier, Isabelle Nélisse, Daniel Kash, Javier Botet, Jane Moffat, Julia Chantrey
ProduzioneToma 78, De Milo
Anno2012
NazioneSpagna, Canada
GenereHorror
Durata100'
DistribuzioneUniversal Pictures