Aiuto! il relativismo sta inquinando il mondo dei super eroi. Il tempo passa per tutti ma non è il corpo che cambia, cambia il mondo che gira intorno, i suoi umori, i suoi sapori, i suoi riferimenti culturali, la sua etica. Batman è depresso, Spiderman si sente ridicolo, i Fantastici quattro sono vecchi dentro e infatti i loro film sono sempre dei fiaschi.

Bisogna adeguarsi e la Marvel l’ha capito benissimo. Non esistono più i buoni e i cattivi di una volta, negli anni 70 si lottava per la libertà di indossare il bikini, nel 2016 si lotta per il Burkini. Se Salman Rushdie in un intervista al Journal de Montreal si dice preoccupato che la sinistra, un tempo paladina dei diritti umani, non difenda più la libertà di espressione, noi più miseramente siamo preoccupati che dopo il fallimento della famiglia anche i super eroi siano entrati in crisi e nessuno sia più disposto a proteggere la nostra vita e il nostro immaginario.

Negli ultimi film a tema Deadpool, vibrante, originale e spiritoso e Suicide Squad, invero molto debole come costruzione e resa narrativa, si parte da un assunto ben preciso. Scordiamoci gli eroi di una volta che salvano i bambini e le vecchiette. Ora i bambini si imbottiscono di tritolo, le vecchiette con le loro pensioni sono un peso per la comunità, tra pochi, pochissimi anni, la società sarà trasformata dalla rivoluzione digitale e culturale e la morale sarà un inutile orpello, tutt’al più un senso di  colpa da reprimere. La bevanda magica di Asterix verrà considerata doping, Etabeta un extracomunitario da lasciare marcire in un campo profughi sulla luna, Mandrake, disoccupato, si presenterà a un talent dove verrà eliminato alla seconda puntata.

“Lottare per se stessi”, questo è il mantra del moderno super eroe o al massimo per chi paga meglio, cattivo o buono  non ha importanza.

I nuovi Super Mercenari popoleranno da qui in avanti i nostri sogni. O i nostri incubi.